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Fuggendo da Boko Haram le storie dei superstiti

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Fuggendo da  Boko Haram – storie di superstiti

Secondo l’Agenzia nigeriana   di gestione delle emergenze (NEMA), circa un milione di nigeriani sono stati costretti ad abbandonare le loro case a causa della rivolta Boko Haram nel nord-est, del paese.

Probabilmente però la cifra è molto più ampia  anche perchè i funzionari della NEMA non possono accedere nelle zone più insicure della regione.  Più del 90 per cento  delle persone costrette a fuggire dalle loro case ha trovato rifugio e accoglienza da parenti o amici piuttosto che nei campi di accoglienza gestiti dall’agenzia.  Molti si spinti più a sud, alcuni verso la regione centrale della Nigeria. Ma per la maggior parte delle persone in fuga la violenza dallo Stato di  Borno , Maiduguri è il primo rifugio reale.

La città tentacolare era una volta un “gateway” per il commercio con il Camerun, Ciad e Niger – paesi che hanno ormai aderito una task force regionale per combattere Boko Haram.  L’ultimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, dice che  il recente aumento dei combattimenti ha spinto un’altra ondata di sfollati: 36.000 di loro si  stanno dirigendo verso Maiduguri, Mubi e Gombi e nello  stato di Adamawa.

La questione sta assumendo una dimensione regionale :non solo Nigeria ma anche Camerun, Ciad e Niger sono state minacciate dalle scorribande di Boko Haram.

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Per meglio comprendere la situazione nigeriana Wole Soinka

 
 
 
Per meglio capire utile l’intervista di Wole Soinka
 
 
Queste sono le loro storie. di alcuni di quei rifugiati
Saleh Mohamed – fuggito Kondega un anno fa:

Boko Haram ha attaccato Kondega, 34 km da Maiduguri 11 febbraio 2014. Hanno usato un veicolo corazzato e RPG (granate a razzo) per superare il presidio che ho difeso, assieme ad altri, in modo coraggiosamente fin che abbiamo potuto. La  battaglia di sei ore si è conclusa alle 10 di sera. Poi con la mia  famiglia sono scappato attraverso la boscaglia per raggiungere il luogo sicuro di Maiduguri – la città dove sono nato. Qui la vita è cara, una stanza in affitto costo 10 USD  al giorno e per guadagnare lavo automobili e ricamo i copricapo tradizionali   “damanga” indossati con abiti tradizionali. In una buona giornata riesco a guadagnare anche 13 dollari.

Nel corso della chiacchierata  Mohamed ha  detto che non ha intenzione di tornare a Kondega tanto presto – “. Ora non c’è più nessuno, solo i soldati.

Howa Ali – fuggito dal Molai all’inizio di questo mese:

Ali, 60, la sua è stata una fuga precipitosa quando Boko Haram, il 1° febbraio ha attaccato attraverso il sobborgo di Molai la città di Maiduguri. Si è trovata in mezzo al fuoco incrociato e diverse pallottole hanno sfiorato il suo  cuoio capelluto. Questa è la seconda volta che fugge dagli scontri.  La prima lo scorso anno, quando viveva in Yajiwa, 40 km a nord di Maiduguri.  In quella occasione Boko Haram è arrivato nella stagione delle piogge (agosto-settembre) stazionando un bel po’ di tempo, facendo razzia di bestiame, cibo e preso tutto quello che volevano.  “Sì ho avuto paura. Se non fai quello che ti dicono, è un problema,”  Un jet dell’ aviazione nigeriana ha bombardato il villaggio, distruggendo la sua casa  e non il luogo dove allogiavano i Boko Haram . Ali è fuggìta con il marito invalido e quattro figli a Molai, 10 km a sud di Maiduguri. E quando a Molai  è stata attaccata , Ali si è trasferìta con la sorella in città. Suo marito ora vive con i suoi parenti in una zona separata. Ali vende le arachidi con i suoi figli e nipoti a mendicare per le strade per integrare il suo reddito.

Gaji Bulama – da Damasak, 100 km da Maiduguri:

Il mese scorso, Bulama, 30 anni , ha visto un gruppo di persone arrivare  improvvisamente a  Damasak. I loro volti erano coperti con un assortimento di uniformi militari nigeriani. Erano i Boko Haram.

I soldati governativi della zona sono fuggiti al rumore dei primi colpi da sparo. Boko Haram ha rastrellato casa per casa uccidendo gli uomini incontrati. Le donne invece sono state raccolte e tenute nella casa del capo villaggio per due giorni, senza nessuna spiegazione.  Il secondo giorno, gli insorti hanno lasciato il villaggio  per un altro raid, lasciando un uomo dietro a guardia le donne che ha favorito la loro fuga.

Il marito di Bulama riuscito a nascondersi nella boscaglia quando Boko Haram ha attaccato. La coppia  vive ora  a Maiduguri, in una famiglia di 20 persone che compresi  i loro sei figli. Certo vivevo meglio a Damasak, ma con i  Boko Haram che assaltano  i villaggi è difficile ritornare..

Displaced people in the camp of internal displaced people, in Yola, Nigeria

Zuwarira Haruna – Feld Gwoza, a nord ovest di Maiduguri:

Boko Haram è arrivato alle 3 del pomeriggio cominciando subito  a sparare”. E ‘stato durante la stagione delle piogge dello scorso anno. Indossavano uniformi di militari nigeriani. Quando la gente ha sentito i colpi di pistola sono corse dal capo del villaggio  al palazzo dell’emiro. I soldati governativi hanno cercato di reagire ma a corto di munizioni hanno dovuto scappare. Haruna, che era incinta al momento, è fuggita con i suoi tre figli:  “Non so dove siano i miei genitori sono, non so dove si trova mio marito .”

Suo fratello ha affittato  un posto per lei e i bambini a Maiduguri, 135 km a nord ovest di Gwoza. “Spero che dopo le elezioni [ora rinviate al 28 marzo] le cose miglioreranno”.  – un riferimento a un sospetto qui che l’insurrezione è almeno in parte politicamente motivata di destabilizzare roccaforte settentrionale dell’opposizione.

Falmata Ali * – sfuggito un attacco Damboa:

Ali viveva vicino alle caserme militari a Damboa, 90 km a nord est di Maiduguri. Era abituata al suono dell’esercito e al rumore degli spari.  Così, quando Boko Haram ha attaccato nel mese di ottobre dello scorso anno, non ho pensato a nulla di grave. Gli insorti indossavano uniformi militari nigeriane e avevano il volto coperto. Hanno perquisito le case in cerca di uomini. Suo marito, un funzionario del governo, nascosto nel tetto  è riuscito a scappare e così Boko Haram ha dato fuoco alla casa.

Hanno raccolto le donne insieme. Tra i ribelli si è avviata una discussione per capire se erano sufficienti quelle che avevano. Nella confusione che ne seguì  Ali riuscì a fuggire e si rifugiò in un villaggio vicino.

Il giorno successivo i Boko Haram hanno marciato verso il villaggio dove si era rifugiata Ali costringendola a far ritorno di nascosto a a Damboa. Ha detto che i militari avevano cercato di difendere il villaggio, ma un jet dell’aviazione ha erroneamente colpito le loro posizioni, dopo di che la resistenza si è sbriciolata.

(Testimonianze raccolte da IRIN agenzia informativa)

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