INDIGNAMOCI di fronte alla drammatica situazione in cui si trovano milioni di bambini nel mondo. Il 20 novembre, come ogni anno si celebra la Giornata Internazionale per i Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Mai come quest’anno i bambini sono stati costretti a lasciare le proprie case, i propri villaggi alla ricerca di luoghi più sicuri dove trovare un minimo di protezione e di conforto.
Le guerre, anche quelle a bassa intensità, sono ancora una volta responsabili di queste ondate di migrazione che guardano all’Europa, soprattutto, un possibile luogo di rifugio e di pace. Su questo dovremo interrogarci tutti perché l’opulenta Europa, anche alla luce dei recenti attentati terroristici di Parigi, non appare un luogo ospitale. Troppi egoismi, troppe le paure alimentate da politici e da movimenti xenofobi che vedono nello straniero un nemico e non una persona da accogliere, sostenere favorendone un percorso di integrazione.
Dal 2014 ad oggi è stato calcolato che circa 30 milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. Durante l’anno in corso ben 700 bambini hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo. Come non ricordare l’immagine del piccolo Aylan morto prima di toccare la terra di Turchia.
Di più, come abbiamo avuto modo di segnalare attraverso il Forum Nazionale per il Sostegno a Distanza (FoumSad), i bambini profughi e migranti entrati dall’inizio dell’anno sono stati fin qui 240.000 e sono circa 15 mila quelli non accompagnati sbarcati in Italia . Di questi per almeno 4.000 si sono perse le tracce con tutte le conseguenze del caso.
Anche noi aderiamo alla campagna promossa dall’UNICEF “Bambini in Pericolo” e cercheremo di renderla attiva sensibilizzando quante più persone possibile.