Il leader opposizione Ousmane Sonko del partito (PASTEF), accusato di stupro a cui è seguita la revoca di immunità parlamentare e infine l’arresto del 3 marzo, si è reso protagonista della rivolta giovanile in tutte le piazze del Senegal.
Le violente manifestazioni iniziate il 3 marzo, e non ancora sopite, sono il risultato della stretta anti Covid e dal conseguente peggioramento delle condizioni generali di vita a cui presidente Macky Sall ed il suo primo ministro Felix Abdoulaye, non hanno saputo dare soluzione. Al contrario hanno bollato le manifestazioni, con i conseguenti saccheggi di negozi e supermercati, come atti terroristici.
(Ousmane Sonko leader del PASTEF)
Tutto fa pensare ad una regia politica bene precisa. Per le elezioni del 2014, secondo l’attuale costituzione, l’attuale presidente non può ricandidarsi a meno di una modifica costituzionale per ottenere un terzo mandato. Operazione questa non esclusa visto l’autoritarismo del presidente.
Questa situazione deve anche considerare che il presidente del Sengal ha avviato un’azione militare nelle Casamence contro il Movimento delle Forze Democratico Casamance, la prima azione militare dopo gli accordi di pace del 2004.
Per una bibliografia sul Senegal disponibile su Biblioteca Dell’Africa
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