Le organizzazioni africane per i diritti umani chiedono all’Unione Africana di rendere noto il rapporto sulla violazione dei diritti in Sud Sudan.
L’ Unione africana (UA) non ha ancora reso noto il report relativo alle violazioni dei diritti umani della la guerra civile del Sud Sudan. Massacri, stupri, violenze sono rimaste così impuniti senza rendere giustizia alle vittime.
Secondo Human Rights Watch (HRW), la settimana scorsa nella riunione di Addis Abeba, la commissione d’inchiesta della UA sul Sud Sudan, guidata dall’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, non ha informato, come avrebbe dovuto, il  Consiglio di Sicurezza e per la Pace dell’UA (PSC). In questo modo l’Unione africana ha compromesso il suo impegno per la giustizia per i reati gravi, mettendo in dubbio il suo impegno con la propria – e il primo del suo genere – commissione d’inchiesta .
Mentre il popolo e i partner del Sud Sudan sono in attesa del report per contribuire a portare la giustizia per i gravi crimini dello scorso anno, secondo Daniel Bekele, direttore dell’Africa di HRW, non aver pubblicato il rapporto assume un significato negativo: l’UA ha lasciato solo e nei guai il popolo del Sud Sudan.
La commissione è stata istituita nel marzo del 2014 per studiare le cause e  le violenze scatenate con la guerra civile, scoppiata nel dicembre 2013, che ha distrutto la speranza di un nuovo inizio nella più nuova nazione del mondo. Il conflitto è costato almeno 10.000 vite, ed è stato caratterizzato da atrocità , tra cui lo stupro, i massacri di civili e uccisioni su base etnica. La mancanza di responsabilità può incoraggiare le persone a commettere ulteriori crimini e minare il rispetto dello Stato di diritto
Lunedi 2 febbraio, il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, e il comandante dei ribelli ed ex vicepresidente Riek Machar ha firmato un altro accordo di cessate il fuoco , con lo scopo di farli avvicinare  a un accordo di pace globale con un nuovo governo ad interim per la condivisione del potere. L’accordo è stato raggiunto  Machar e Kiir hanno deciso di porre fine combattimento entro il 5 marzo e formare un governo di transizione. Il conflitto è iniziato quando Kiir ha accusato Machar di tramare un colpo di stato. Nel combattimento che ne seguì, Machar è stato sostenuto principalmente dal gruppo Nuer al quale appartiene, mentre molti Dinka si sono schierati con  Kiir. Circa 1,5 milioni di persone nel paese produttore di petrolio, sono stati costretti ad abbandonare le loro case.
In un rapporto lo scorso agosto è stato evidenziato come entrambe le parti avevano commesso “straordinari atti di crudeltĂ ”, che possono essere considerati a crimini di guerra e crimini contro l’umanitĂ . Gravi crimini contro entrambe le comunitĂ Nuer e Dinka durante la guerra civile in Sudan (1983-2005)  , poi con l’indipendenza del Sud Sudan ottenuta nel 2011 sembrava aver messo fine a queste atrocitĂ . Non è stato così e il non perseguimento dei crimini commessi ha difatto creato le condizioni per l’ultimo conflitto tutto interno al nuovo Sud Sudan. La preoccupazione ora è che oggi la non presentazione del report, e non affrontare la questione degli abusi e delle violenze potrebbe seminare i semi della violenza futuro. Venerdì scorso, il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, che ha assunto la presidenza dell’Unione africana ,  ha detto che è necessario  lavorare di piĂą per raggiungere la pace sostenibile nel continente.
David K Deng, direttore di ricerca di Law Society (SZL), per il Sud Sudan ha scritto in un articolo per african arguments che l’esame della relazione in occasione della riunione di Addis Abeba è stato rinviato a causa di timori che esso metterebbe a repentaglio il processo di pace. Molti hanno sottolineato che le parti in conflitto e le persone responsabili di atrocitĂ non potranno essere incluse nel governo di transizione.
Gruppi della societĂ civile e di  Amnesty International del Sud Sudan hanno anche esortato l’UA a pubblicare la relazione. “Non solo la giustizia nei confronti delle vittime ma  perchĂ© l’assunzione di responsabilitĂ potrebbe servire da potente deterrente per coloro che pensano di poter uccidere, stuprare e saccheggiare senza conseguenze. Amnesty e gli altri gruppi hanno proposto che l’UA dovrebbe prevedere la creazione di un tribunale ibrido per consentire ai sud sudanesi,appositamente formati, di lavorare con investigatori stranieri e giudici per continuare le indagini svolte dalla commissione d’inchiesta per provare e incriminare le persone coinvolte nei crimini. Per fare questo è però necessario, date le debolezze diffuse dell’amministrazione della giustizia in Sud Sudan, prevedere un robusto coinvolgimento internazionale.
libera traduzione di TFA da Theguardian