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Non più una politica per l'Africa ma una politica con l'Africa

Il vertice tra i due continenti che si terrà a Lisbona l’8 e il 9 dicembre conclude una trattativa, avviata da diversi anni, per ceracare di ristabilire nuove e più avanzate relazioni tra i due  continenti, uniti, nel bene  e nel male, da una lunga storia di scambi e rapporti. L’impressione  che se ne ricava che questa  volontà europea di chiudere assolutamente la trattativa entro quest’anno sia soprattutto determinata dalla grande influenza che la Cina sta esercitando sul continente africano. Lo scorso anno, a novembre, in Cina sono giunti i quarantotto paesi africani che hanno relazione con Pechino e che sono rientrati portando a casa non aiuti ma contratti, investimenti e riduzione del debito.

Questa presenza capillare e spregiudicata dalla Cina preoccupa l’Unione Europea che vede ridurre il suo appeal  nei confronti dell’Africa e corre il rischio di essere tagliata fuori, ma non si dice, dalle fonti di approvigionamento delle materie prime strategiche di cui l’Africa è ricca.  La scarsa considerazione che l’Europa, nel suo complesso, ha avuto nei confronti del Continente africano, dopo il peridodo delle indipendenze,  e del fracasso della sua politica di cooperazione e aiuto che ha contribuito non poco ad affamare l’intero continente, rappresenta la causa di questa perdita di consenso.

Si tratta di capire se effettivamente si vuole passare da una politica per l’Africa ad una politica con l’Africa.  Noi pensiamo che oggi l’Europa  abbia bisogno dell’Africa più di quanto l’Africa abbia bisogno dell’Europa. Un nuovo partenariato strategico con l’Africa è auspicabile purchè prevalga una vera  politica di cooperazione non solo economica e non solo rivolta allo sfruttamento delle materie prime di cui la società occidentale ha bisogno per sostenere la crescita di un’economia basata sui consumi che rendono insostenibile il vivere e la convivenza civile.  Che non è neanche in grado di accogliere quegli africani che vogliono, con il loro lavoro e il loro impegno, uscire da una situazione di tragica povertà.

I  documenti ufficiali di Lisbona parlano di cooperazione in materia di pace e sicurezza, di tutela ambientale di diritti umani, di governance e, cosa molto più sostanziosa di rapporti economici e commerciali.

Sullo sfondo, ma in primo piano, la lotta a distanza tra Robert Mugabe, antico guerrigliero dello zanu, ancora oggi presidente, dispotico, dello Zimbabwe, e il primo ministro britannico  Gordon Brown che ha cercato in tutti i modi di boicottarlo, senza successo. Per fortuna questa volta la UE andrà avanti anche senza la presenza dell’Inghilterra che non può continuare a mettere veti e bene hanno fatto gli africani a non cedere difronte ai ricatti, anche espliciti esercitati da più parti, per convincere Mugabe a rimanere casa.

Per approfondire le questioni e i problemi del vertice Ue-Africa vi rimandiamo a questi due link qui sotto evidenziati.

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