Profonda impressione e disgusto per l’ignobile omicidio di Civitanova Marche, dove ha trovato morte violenta il 39enne Alika Ogorchukwuch ad opera di Fabrizio Ferlazzo che ha aggredito Alika senza apparente motivo. E comunque questa esplosione di violenza non può essere assolutamente giustificata. Siamo dunque vicini al dolore della famiglia di Alika e della comunità nigeriana a cui vanno le nostre più sentite condoglianze.
L’altra questione emersa da questo odioso omicidio, che non necessariamente si inquadra come violenza razzista, è il comportamento sociale delle persone che hanno assistito all’aggressione che non hanno fermato…ma hanno filmato l’aggressione, senza trovare il coraggio di far gruppo e intervenire in modo deciso contro l’aggressore.
Sappiamo che i social fanno da megafono a qualsiasi episodio si tratti di seminare e diffondere odio, come di promuovere solidarietà e sostegno, come in questo caso alla famiglia di Alika. In entrambi i casi i social media sono invasivi, entrati nella nostra vita con prepotenza, in modo capillare colonizzando in altro modo le nostre menti.
Questo omicidio ripropone la questione irrisolta dell’Integrazione sociale e razziale dei migranti e dei rifugiati che rappresentano, ancora oggi, una rilevante emergenza sociale e formativa del nostro tempo. Ma non si tratta solo di integrazione sociale, culturale, civica ma di creare le condizioni per godere fino in fondo dei diritti di cittadinanza tra autoctoni e stranieri. Se la questione è ancora irrisolta ciò va ricercato nel fatto che le forze politiche (tutte) non hanno la volontà, per meri calcoli di consenso, di affrontare seriamente fino in fondo questo questione che viene utilizzata in modo strumentale alimentando, in modo irresponsabili, atteggiamenti di odio e di intolleranza nei confronti dei “diversi”.
Ci faremo portatori, nei prossimi giorni, di un apprfondoimento pubblico per affrontare le questioni irrisolte e rappresentate in modo drammatico dall’omicidio di Alika