Sono state elezioni accompagnate da violenze e soprusi. Alla fine della campagna elettorale iniziata nel mese di agosto, si sono registrati 11 morti, incendio di sedi di partito, minacce e aggressioni a giornalisti e attivisti. A peggiorare il quadro anche la presenza al nord di formazioni jiahiste che terrorizzano da circa un anno le popolazioni dei villaggi del nord del Mozambico.
Solamente il 50% degli elettori si è presentato al seggio elettorale. La campagna elettorale aspra e violenta per certi tratti, non ha favorito la partecipazione e il risultato era pressoché scontato data la forza del Frelimo, partito al potere dal 1975 anno dell’indipendenza dl regime portoghese di Salazar. L’attuale presidente uscente Filipe Nyusi è dato al 72%, mentre il candidato del partito di opposizione della Renamo Ossufo Momade, al 21% molto più distante il candidato dell’MDC Daviz Simango raggiunge in questi exit pole il 5%.
Non c’è stata partita, la Frelimo che controlla tutti gli apparati statali e le risorse ha praticamente inondato il paese di bandiere, cappellini, magliette, manifesti elettorali prodotti in Cina. Controllare l’amministrazione dello Stato è un vantaggio strategico che assicura qualsiasi elezione. Abusi, violenze, brogli ci sono stati ma non sono sufficienti per far annullare questo voto che conferma il potere del Frelimo ma indebolisce ulteriormente le opposizioni e in parte anche la società civile mozambicana.