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Ebola: le cose da sapere

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L’epidemia dell’Ebola non accenna a diminuire, molti volontari in procinto di andare in Africa ci chiedo informazioni al riguardo. Per questo abbiamo deciso di inserire questo articolo che illustra in modo chiaro la situazione attuale dell’epidemia dell’Ebola.

Di Denise Grady, Josh Keller, Heather Murphy e Sergio Peçanha.

(traduzione di timeforafrica)

Le cose da sapere sull’Ebola

Quante persone sono morte?

Da marzo ad oggi 4 agosto 2014,  secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, più di 1300 persone in Guinea, Liberia e Sierra Leone hanno contratto Ebola. Questa è la più grave epidemia da quando, nel 1976, il virus è stato scoperto. Più della metà degli infetti sono morti. Un caso sospetto anche in Nigeria dove un uomo liberiamo da poco arrivato è morto il 25 luglio.

 L’Area del focolaio 

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Come si propaga  il virus?

Il virus dell’Ebola non viene trasmesso solo dal fatto di essere in prossimità con persone portatrici del virus; non è nell’aria come l’influenza o come i virus respiratori della SARS. L’ Ebola si diffonde attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei. Se il sangue o vomito di una persona infetta entra a contatto con gli  occhi di un’altra persona, il naso o la bocca, l’infezione può essere trasmessa. Nell’ attuale epidemia, la maggior parte dei nuovi casi si verificano tra le persone che hanno preso la cura di familiari malati o che hanno preparato il corpo infetto per la sepoltura. Gli operatori sanitari sono quelli ad alto rischio, soprattutto se non vengono dotati di adeguata attrezzatura e  addestramento in modo tale da utilizzare e decontaminare in modo corretto l’equipaggiamento protettivo. Il virus invece può sopravvivere, e diffondere la malattia, sulle superfici e oggetti che sono stati contaminati  dai  fluidi corporei, come un guanto in lattice o con un ago ipodermico.

Perché Ebola così è difficile da contenere?

In alcune parti dell’Africa occidentale, vi è la convinzione che semplicemente dicendo “Ebola”  ad alta voce la malattia può comparire. Tali credenze creano ostacoli importanti per i medici e per le ONG come  Medici Senza Frontiere, che stanno cercando di combattere l’epidemia. Alcune persone, da qui poi un’altra fonte di contaminazione, preferiscono rivolgersi  agli stregoni locali  per il trattamento. Questo anche perché nelle epidemie passate, il personale ospedaliero è diventato agente inconsapevole del viaggio del virus  perché non avevano preso le necessarie precauzioni.

Come si sviluppa e progredisce la malattia?

Secondo il Center for Disease Control and Prevention, i sintomi compaiono solitamente a circa 8 / 10 giorni dall’eventuale esposizione . I sintomi iniziali sembrano quelli dell’influenza: mal di testa, febbre e dolori. A volte accompagnate da eruzione cutanee. Seguono poi  diarrea e vomito. In circa la metà dei casi, il virus dell’Ebola provoca vittime attraverso emorragie. Il virus può passare nelle urine, o spurgare sotto la pelle, dagli occhi o bocca. Ma emorragia non è di solito quello uccide il paziente. Piuttosto, i vasi sanguigni nel profondo del corpo provocano la  fuoriuscita del liquido, con il drastico abbassamento della  pressione sanguigna a che il cuore, i reni, il fegato e altri organi cominciano a collassare .

Come viene trattata la malattia?

containmentNon esiste un vaccino o una cura per Ebola. Nelle epidemie passate il virus  è stato fatale al 90%  dei casi. Quello che  i medici possono fare è cercare di intervenire utilizzando liquidi e medicinali in grado di mantenere costante la pressione sanguigna e curare le altre infezioni che colpiscono i corpi  indeboliti. Una piccola percentuale di persone sembrano avere una immunità al virus Ebola.

Da dove viene la malattia ?

Nel 1976 quando il virus dell’Ebola è stato scoperto, si pensava provenisse dai gorilla, perché i focolai umani erano stati messi in relazione al consumo della carne di gorilla. Successivamente gli scienziati hanno escluso questa teoria e ora credono che  siano  i pipistrelli il serbatoio naturale per il virus , e che le scimmie e gli esseri umani vengano a contatto con cibi sulla quale i pipistrelli  hanno sbavato o defecato sopra, oppure  venendo a contatto con superfici coperte di escrementi di pipistrello infette e poi toccare i occhi o bocca. L’attuale epidemia, secondo Medici Senza Frontiere, sembra sia  iniziata  in un villaggio vicino Guéckédou, Guinea , dove la caccia pipistrello è comune, secondo Medici Senza Borders.

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