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Congo ricercare la pace o mantenere una perenne instabilità nel Kivu?

mappa congo kivu
Per gentile concessione agenzia MISNA
3 aprile 2013
 

onu elmettiInvece di incoraggiare una soluzione politica dando un sostegno sostanziale ai negoziati politici di Kampala, le Nazioni Unite hanno scelto di fare la guerra contro uno dei partner favorevole alla pace”: è questa la reazione ufficiale della ribellione del Movimento del 23 marzo (M23) al voto del Consiglio di sicurezza dell’Onu che la scorsa settimana ha autorizzato il dispiegamento di una “brigata di intervento” incaricata di effettuare “operazioni offensive mirate” contro i gruppi ribelli attivi nell’est della Repubblica democratica del Congo.

In un comunicato a firma di Bertrand Bisimwa, il nuovo capo politico della fazione dell’M23 che risponde agli ordini di Sultani Makenga ha disapprovato l’invio di militari, fino a 2500 unità, messi a disposizione da diversi paesi africani nell’ambito di una proroga di un anno del mandato della Monusco (locale missione Onu), che opereranno “in modo deciso, altamente mobile e versatile”, “da soli o accanto alle Forze armate congolesi, per bloccare tutti i gruppi armati, neutralizzarli e disarmarli”.

Alla polemica dei ribelli, il governo di Kinshasa ha risposto con una ferma condanna: “L’M23 può agitarsi quanto vuole. Prima eravamo disposti a raggiungere un accordo politico con loro. Ora non è più questione di riciclare i ribelli nelle forze armate congolesi (Fardc). L’unico futuro di questa ribellione è quello di cessare di esistere come movimento politico-militare. Se così non fosse, sarà la brigata di intervento che si occuperà di porre fine alla sua esistenza” ha risposto il ministro degli Esteri congolese Raymond Tshibanda.

 Le particolari modalità di impiego della brigata erano state concordate il mese scorso ad Addis Abeba dai capi di Stato di 11 paesi della regione dei Grandi Laghi e dell’Africa centro-orientale. Nella risoluzione, riferisce l’emittente delle Nazioni Unite in Congo Radio Okapi, si precisa che il nuovo contingente sarà composto da tre battaglioni di fanteria, una compagnia di artiglieri, una forza speciale e un’unità per le ricognizioni. Nonostante le crescenti polemiche in seguito all’uccisione di 13 militari sudafricani dispiegati in Centrafrica, il governo di Pretoria ha dato il via libera alla partecipazione di truppe sudafricane alla brigata di intervento che sarebbero già a disposizione sul terreno; a sostenere l’iniziativa Onu ci dovrebbero anche essere gli eserciti di Malawi e Tanzania.

Le operazioni offensive dovrebbero concentrarsi nella ricca ed estesa provincia mineraria del Nord Kivu, teatro di scontri e violenze alimentati con cadenza quasi quotidiana nono solo dall’M23, nato nel maggio 2012 sulla scia della vecchia ribellione del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) del leader Bosco Ntaganda, arresosi il mese scorso e attualmente detenuto preso la Corte penale internazionale (Cpi), con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità. Negoziati di pace aperti nella capitale ugandese lo scorso dicembre sono stati sospesi dopo la scissione dell’M23 in due fazioni; dovrebbero riprendere con l’ala di Makenga, ancora attiva in territorio congolese. L’altra corrente sconfitta, che faceva capo a Ntaganda, ha trovato rifugio in Rwanda.

 

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