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20 Marzo tornata elettorale africana

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Tornata elettorale in Africa

Ieri 20 marzo ben sei Paesi sono stati coinvolti in processi elettorali. Si tratta del Niger, del Congo Brazzaville, Benin, Capo Verde, Zanzibar mentre il Senegal  ha tenuto un referendum sulla riduzione dei mandati presidenziali, dato il vizio di protrarli sempre più a lungo anche con modifiche costituzionali.

In Niger invece c’era il secondo turno con il ballottaggio tra il Presidente in carica Mahamadou Issoufou  e l’oppositore Hama Amadou che non ha potuto partecipare in questa seconda campagna elettorale in quanto ricoverato in ospedale in Francia.

Il Congo-Brazzaville ha tagliato tutte le telecomunicazioni per due giorni per prevenire  “la pubblicazione illegale dei risultati” della sua elezione presidenziale. La polizia antisommossa ha usato gas lacrimogeni per disperdere decine di sostenitori dell’opposizione che hanno dichiarato  irregolarità  nel voto.  L’opposizione  ha segnalato  che in molti casi non è stato possibile avere l’accesso al conteggio delle schede.

Prima giornata di voto, il ministro dell’Interno congolese Raymond Mboulou aveva ordinato agli operatori telefonici di tagliare tutte le comunicazioni – telefono, sms e internet con l’esclusione dei numeri ufficiali dei politici. Il governo aveva anche messo fuori legge l’uso dei veicoli di trasporto a motore sulle tratte   nazionali  durante la votazione, ad eccezione di quelli con permessi speciali. Proteste dell’opposizione che aveva condannato il blackout delle comunicazioni, in quanto  impedirebbe agli osservatori elettorali di fare il loro lavoro.

Queste elezioni sono state costruite per  riconfermare, per l’ennesima volta, l’attuale presidente Denis Sassou Nguesso, al potere dal 1979. Per consentire l’ennesima candidatura è stato necessario, dopo il referendum dell’ottobre scorso, rimuovere i limiti di età  di 72, che avrebbero impedito la ricandidatura di Sassou Nguesso.

Il candidato assente del Niger

L’opposizione in Niger ha chiesto un boicottaggio delle elezioni per frode elettorale dopo che  il candidato dell’opposizione Hama Amadou  è stato imprigionato nel novembre scorso con l’accusa di traffico di bambini . Una settimana prima delle elezioni il suo stato di salute è peggiorato ed è stato trasportato a Parigi per cure mediche.  Nel primo turno di febbraio il presidente uscente Issoufou ha ottenuto il 48% dei voti, mentre l’oppositore  Amadou è arrivato secondo con il 17%.

Il Niger, uno dei  paesi più poveri del mondo, deve affrontare la minaccia jihadista cresciuta d’intensità anche con azioni violente.  Il secondo turno delle elezioni presidenziali del Niger che si è svolto  Domenica 20 marzo, potrebbe avere implicazioni per la stabilità regionale e la lotta contro il terrorismo islamico in Africa occidentale. Il Niger è visto come un alleato chiave nella lotta contro Boko Haram, e il presidente Issoufou è stato elogiato in Occidente per il sostegno ai paesi vicini per combattere il gruppo terrorista.

Boicottaggio in Zanzibar

Problemi di sicurezza dopo le violente proteste  delle ultime elezioni di ottobre, poi annullate dopo che il candidato del CUF ( Civic United Front), Seif Sharif Hamad si era dichiarato vincitore prima che i risultati fossero annunciati ufficialmente. Il CUF in questa tornata elettorale ha esortato i suoi elettori e boicottare lo scrutinio che sarà reso noto nel giro delle prossime 72 ore.

Zanzibar è un  territorio semi-autonomo, mantiene l’ unione politica con la Tanzania, ma ha un proprio parlamento e il presidente. Ex centro delle spezie e commercio di schiavi , oggi Zanzibar è un infuso di  africani, arabi, europei con  influenze indiane.

Limiti  del mandato presidenziale del Senegal

La nuova costituzione del  Senegal prevedrebbe il  taglio del mandato  presidenziale da sette a cinque anni e non avrebbe permesso a un  presidente di correre per più di due mandati consecutivi in ​​carica. Mossa insolita in un continente dove molti leader stanno cercando di estendere il loro mandato per quanto possibile. Questo referendum può servire a  promuovere l’immagine del Senegal all’estero come una democrazia forte, ma, a livello locale, il referendum ha sollevato molte critiche.  In particolare l’opposizione critica Macky Sall, l’attuale presidente,  di tradire le sue promesse come quella di ridurre il suo attuale mandato. Non è così perché  la  nuova costituzione, se approvata, inciderebbe solo sui mandati presidenziali futuri. Per  questo il referendum è diventato un test di popolarità per il presidente, piuttosto che un dibattito sulle questioni in gioco.

La nuova costituzione propone poi molti altri i cambiamenti, tra cui: Il leader dell’opposizione avrà uno status riconosciuto dalla Costituzione e godrà i benefici ufficiali.  Consigli locali con più poteri. Nuovi diritti per i cittadini – per  un ambiente sano e uso delle  risorse naturali e le proprietà della terra

Affluenza per il voto di Domenica è segnalato per essere stato basso.

Benin ‘un modello per l’Africa’

Il primo ministro Lionel Zinsou, un ex banchiere di investimento, ha ammesso la sconfitta. Patrice Talon, il “re cotone” nel ballottaggio è il nuovo presidente del Benin. “I dati parziali indicano una vittoria netta per Patrice Talon – ha detto Zinsou alla France presse – la differenza è tanta, la vittoria elettorale è sicura. Ho chiamato Patrice Talon per congratularmi con lui della vittoria, augurargli buona fortuna e mettermi a sua disposizione in vista del passaggio di consegne”. L’ex premier, 61 anni, era il candidato del partito di governo che godeva dell’appoggio di gran parte della classe politica del Paese, ma Talon, self-made man di 57 anni, uno degli uomini di affari più influenti del Paese, ha potuto contare sul sostegno di 24 dei 33 candidati del primo turno, tra cui Sebastien Ajavon, anche lui imprenditore, che al primo turno si era imposto terzo, con il 22% delle preferenze.

Elezioni legislative di Capo Verde

Con la maggior parte dei voti contati, il movimento di opposizione per la democrazia (MPD) si avvia a conquistare  la maggioranza assoluta, spodestando il Partito Africano per l’Indipendenza di Capo Verde (PAICV) dopo 15 anni di potere. Entrambe le parti hanno dominato la politica dopo l’indipendenza dal Portogallo nel 1975. Il primo ministro eletto, Ulisses Correia e Silva ha detto che il voto ha dimostrato il desiderio dei capoverdiani a guardare  verso un futuro economico più luminoso. Le elezioni presidenziali sono attesi entro la fine dell’anno.

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