Gli amici di Claudio Pacifico ogni anno organizzano il ricordo del loro amico Claudio scomparso docici anni fa colpito da una malattia. Ogni anno, i fondi raccolti vengono destinati ad iniziative di solidarietà.
Quest’anno i fondi che verranno raccolti dalla "festa" verranno destinati per organizzare, all’interno del progetto Imp@rando in Mozambico, un corso di formazione per meccanici di biciclette e per acquistare l’attrezzatura necessaria alla realizzazione dell’iniziativa formativa.
Claudio Pacifico infatti era, nel corso degli anni, diventato anche meccanico di biciclette. In questo modo TimeForAfrica intende onorare il suo impegno, la sua solidarietà ancora oggi viva e presente grazie anche ai tanti amici.
Ci troviamo Sabato 26 luglio al TENNIS GARDEN di Pasian di Prato, via Colombo 255. Alle ore 15,00 inizio torneo di calcetto a cinqye, alle 20 premiazione, cena, musiche, danze, immagini.
Riproduciamo qui sotto l’articolo, scritto da Rocco Burtone, apparso nel Messaggero Veneto di due anni fà, che fà capire a quanti non lo conoscevano chi era Claudio Pacifico.
Claudio Pacifico icona rivoluzionaria
Ci ritroveremo tutti questo pomeriggio oggi a Plaino, tra sport, divertimento, amicizia e memorie (belle) per la 10° edizione del Memorial Pacifico. Dieci anni servono a dimenticare, servono ad organizzare partite di pallone e feste come se Pacifico fosse un aggettivo, e per i più giovani è senz’altro così.
Claudio Pacifico è stato a lungo un militante di Lotta Continua e tale è rimasto anche dopo la dipartita del gruppo politico. L’ultimo dei comunisti, come l’ultimo dei Moicani, come l’ultimo sognatore, come l’ultimo pacifista aiutato dal nome. Non era facile stargli vicino, perchè trasformava in dialettica qualsiasi argomento e tutto convergeva sule ingiustizie sociali e politiche . Per questa ragione si era fatto operaio, per combattere dall’interno il sistema, e poi si era fatto meccanico di biciclette, lontano mille miglia dai centri di potere. Se avesse avuto il tempo di invecchiare, sarebbe certo diventato polo di interesse per quei giovani che ancora cercano ed ascoltano, perchè Claudio era un oratore affascinante, se non per noi, ex di tutto, senz’altro per gli animi curiosi e non incancreniti dal marcio vissuto. E proprio il marcio Pacifico continuava a denunciare, pur con voce sempre più flebile.
Lo trovavi da Caucigh perennemente in bolletta e c’è da dire che sempre più spesso i titolari del locale del jazz gli offrivano da mangiare, anche perchè il nostro era diventato l’icona rivoluzionaria del bar e tra il serio e il faceto, moltri andavano a trovarlo per provocarlo ed estrapolare dal suo linguaggio i segnali di una rivoluzione che avrebbe potuto essere.
Più che ricordare quello che Claudio fu, risulta più facile dire ciò che non fu. Non fu padre, non fu marito, non fu terrorista, nè geometra, nè uomo di teatro, Claudio non fu nulla di ciò che forse agognava, eppure è nella mente di quanti l’hanno conosciuto, novello Socrate che nulla scrive, ma tanto dà e regala. Claudio Pacifico è stato uno dei ragazzi (uomini) più buoni, nella vera accezione del termine , che Udine abbia conosciuto. Una bontà veramente cristiana in un comunista e ateo dichiarato.
Spendere parole per i suoi gesti di amicizia ed altruismo è oltremodo riduttivo, perchè al personaggio noi tutti dobbiamo per lo meno un romanzo: il romanzo di Claudio Pacifico, il sabotatore di idee e ideologie ancora e sempre presente nelle menti di quanti lo hanno conosciuto.
Ci incontrammo una sera in vicolo Cicogna, sotto casa sua, pochi giorni prima che entrasse definitivamente in ospedale, <<Claudio, non hai paura di morire?>>. <<Paura di morire? Quale impudenza mi potrebbe permettere di avere paura? Mentre io muoio accarezzato e coccolato, milioni di bambini soffrono e muoiono di fame e malattie. No, non posso permettermi il coraggio di avere paura>>.
Nella foto qui sotto (1972-1973) Claudio è il secondo da sinistra in ginocchio.