Dopo anni di negoziati, di Conferenze Ministeriali inconcludenti,
di fallimenti e ripartenze come a Seattle, Cancun e Hong Kong, questa è
l’ultima chance prima delle elezioni statunitensi.
I Governi sono in
cerca di un accordo a tutti i costi, tenendo volutamente in secondo
piani le reali emergenze del pianeta come la crisi alimentare, i prezzi
dell’energia, il surriscaldamento del pianeta, la povertà globale e il
debito.
Se il Doha Round verrò concluso, i principali beneficiari della
liberalizzazione saranno le grandi imprese, ma con pesanti ripercussioni
sull’ambiente e sui lavoratori, gli agricoltori, le donne, i consumatori
di tutto il pianeta.
Sebbene definito Round per lo sviluppo, un accordo sul Doha Round
avrebbe come conseguenze reali:
Perdita di posti di lavoro,de-industrializzazione di intere aree di
vero sviluppo sociale ed ambientale per i decenni a venire. I
Paesi ricchi chiedono ai cosiddetti paesi in via di sviluppo
l’apertura di nuovi accessi al mercato, che significa abbattimento dei dazi su manufatti e
sullo sfruttamento delle risorse naturali.Lo sviluppo rurale, la sovranità alimentare,la stessa sopravvivenza dei contadini saranno ancora più sotto pressione. Mentre Stati Uniti ed Europa continuano a sovvenzionare i loro esportatori agro-alimentari, mettono milioni di piccoli agricoltori in casa propria e nei Paesi in via di sviluppo a rischio sostenibilità. Una politica scandalosa, soprattutto se sostenuta di fronte a una crisi alimentare globale.
Maggiore privatizzazione e deregolamentazione dei servizi, anche in settori chiave come la finanza e l’energia. La recente instabilità sui mercati mondiali dimostra la necessità di un maggiore intervento e di una supervisione del mercato finanziario globale, non di una maggiore deregolamentazione.
Una maggiore capacità d’intervento della WTO si tradurrebbero in maggiori ostacoli nella lotta ai cambiamenti climatici, perché il profitto verrebbe sempre messo al
primo posto rispetto alla nostra salute, come dimostrano i milioni di euro in sanzioni commerciali che ogni anno l’Europa paga agli Stati Uniti per essersi rifiutata di importare carne agli ormoni cancerogena.
I maggiori perdenti saranno i Paesi più poveri e quelli in crisi come il nostro. Le proiezioni economiche nel caso di un eventuale accordo si tradurrebbero,secondo diversi think thank, tra cui la stessa Banca Mondiale, in una progressiva perdita di posti di lavoro, in una riduzione dello spazio politico e nella perdita di entrate tariffarie per i
Paesi in via di sviluppo che saranno di gran lunga superiori aipresunti benefici che deriveranno dal Development Round.
Non ci possiamo permettere il rischio di una conclusione del Doha Round.
I movimenti sociali e le organizzazioni della società civile di tutto il
mondo devono unirsi per opporsi all’agenda delle multinazionali e della
Wto.
Tempestate di mail il Ministro Frattini, vai al link evidenziato