Oggi 17 febbraio a Bruxelles il sesto Summit Unione Europea-Unione Africana, il primo dal 2017 dopo che l’edizione del 2020 era stata annullata a causa della pandemia. Un vertice che cerca faticosamente di recuperare e rilanciare le relazioni con il Continente africano e competere in questo modo, non solo con la Cina, ma anche con la Russia e la Turchia che si sono date molto da fare in questi ultimi anni.
Tuttavia le relazioni speciali delle ex potenze coloniali sembrano appannate e per certi aspetti compromesse, perché l’ Unione Europea non si muove con una politica comunitaria condivisa e la promessa di un investimento di 150 miliardi di euro per il continente (Global Gatwey) non sono, al momento, risorse reali, ma frutto di possibili investimenti privati e da ciascun Stato membro. Cioè le istituzioni comunitarie ci metto 6 milioni , il resto si vedrà…
Accanto a questo l’agenda del Summit non sembra rappresentare e rispondere ai bisogni degli africani. Al contrario : digitalizzazione, green deal, logistica sembrano priorità europee piuttosto che priorità delle popolazioni africane .
Un summit che mette assieme due istituzioni che al momento non sono in grado di di far fronte ai problemi e ai bisogni delle popolazioni quanto piuttosto a rappresentare interessi circoscritti di lobby economiche e di potere. Il rapporto con l’Africa può essere recuperato e con esso la sfida agli altri competitori internazionali, con programmi e risorse destinate a migliorare effettivamente le condizioni di vita degli africani.