La crisi del Sud Sudan, che corre il rischio di trasformarsi in una lotta per il potere tra le due etnie Dinka e Nuer, si sta aggravando. Tra le persone c’è un senso palpabile di paura presi come sono tra il fuoco incrociato. Sono già 180.000 le persone sfollate durante questi 15 giorni di scontri e i bambini sono quelli che più soffrono in questa situazione. La condizione dell’infanzia del nuovo Sud Sudan, dopo la recente indipendenza, era già grave , molti bambini sono rimasti senza genitori, il 7% dei minorenni non vive con i propri genitori biologici, mentre a causa della presenza di fazioni paramilitari si calcola (Fonte: Save The Children), che ci siano 1500 bambini arruolati nelle bande o gruppi armati, mentre oltre 8000 sono i minori a rischio causa conseguenza del conflitto in corso.
Da qualche giorno è sorto in tutta fretta un campo profughi, vicino Juba, che accoglie circa 25.000 persone mentre altre 40.000 vivono in altri campi in altre aree del paese. Cominciano a salire anche il numero delle vittime oltre 1000.
Come si vive nei campi profughi lo facciamo vedere attraverso queste foto del reportage di Ben Curtis dell’Associaded Press.
Un giovane ragazzo al compound delle Nazioni Unite che è diventata la patria di migliaia di sfollati dai combattimenti recente, nella capitale Juba.
Per giocare si utilizza anche un vecchio pneumatico rinvenuto nel campo.
I bambini reagiscono divertendosi di fronte al fotografo
Nel campo profughi si utilizza qualsiasi cosa per fare ripari di fortuna.
Una piccola ragazza inizia a piangere dopo che la madre scompare nella fila di latrine.
I bambini si disperdono, ridendo, dopo che un adulto li richiama ad interrompere il gioco sulla cisterna di acqua del camion.
Anche riempire la bottiglia con l’acqua delle pozzanghere può essere un gioco.
Una donna lava un bambino in un bacinella fuori del suo rifugio di fortuna nel compound delle Nazioni Unite.
Un ragazzo sorride e imita il fotografo nello scatto di una foto utilizzando un gioiello finto di plastica.