Spoken Word for Marikana  è un progetto innovativo che unisce arte e solidarietà , la cultura  strumento per favorire relazioni tra i popoli nella  ricerca dei Valori Comuni che ci possono aiutare a sviluppare relazioni di convivenza basata sulla reciprocità , giustizia sociale e pace.
Lo strumento utilizzato per promuovere il progetto è lo Spoken Word che consiste in performance artistiche basate sulla parola, performance  che coinvolgono musica, poesia e immagine per rendere più immediate e recepibili importanti tematiche quali: ingiustizie sociali, le disuguaglianze, il razzismo, la violenza sulle donne, le guerre civili, l’apartheid, la povertà , l’AIDS. La parola diventa così il mezzo attraverso il quale condividere situazioni di cui si parla troppo poco e che spesso si cerca di non vedere.
I protagonisti di questo progetto sono Natalia Molebatsi & Soul Making. Il dialogo tra poesia e musica che hanno realizzato in questa produzione discografica, è caratterizzato  dall’armoniosa fusione dei diversi generi musicali che gli eclettici musicisti utilizzano di volta in volta per una performance in continua evoluzione. La band è formata da musicisti provenienti dal Friuli Venezia Giulia: Simone Serafini (contrabbasso e basso), Leo Virgili (chitarre e trombone), Nicola Ardessi (tastiere) e Stefano Bragagnolo (batteria).
Il disco è disponibile in anteprima attraverso lo store di Time For Africa cliccando su DumbanengueÂ
Con questo spirito vogliamo  realizzare il progetto  Marikana , centro minerario tra Rustenburg e Pretoria in Sudafrica, teatro di uno dei più sanguinosi episodi dalla fine dell’Apartheid nel 1994.  Lo sciopero dei minatori della Lonmin, che rivendicavano migliori condizioni di lavoro e salario, è stato brutalmente represso dalla forze di sicurezza della miniera e dalla polizia con l’uccisione di 34 minatori i cui colpevoli, ad ora, non sono stati ancora puniti.
Da questo episodio si sono sviluppate relazioni e rapporti con alcuni dei protagonisti di quelle lotte. Nel 2013 siamo stati sul posto e ci siamo resi contro della miseria in cui sono costretti a vivere oltre 30 mila minatori con le loro famiglie. La scuola è e rimane l’unico presidio di aggregazione  educativa e sociale. Unico punto di riferimento per quella gioventù che non ha molte alternative. Da qui la richiesta di sostenere e sviluppare attività extracurricolari in grado di dare sfogo anche alla rabbia e alle ingiustizie sociali ed economiche che sono palpabili.
Con i partner locali abbiamo dunque identificato la necessità di favorire processi di “educazione” attraverso l’arte e lo sport, con la realizzazione di un’arena per le arti e il recupero del centro sportivo con il campo di calcio e rugby e un campo polivalente per la pallacanestro e pallavolo.
Per chi fosse interessato ad approfondire e sostenere il progetto chiediamo di inviare una mail cliccando quiÂ