Concluso il vertice Stati Uniti –Africa. Grande assente il menù Diritti Umani. A tal proposito ci sembra utile riassumere e commentare l’articolo, con il permesso del suo autore Alemayehu G. Mariam (Pambazuka).
Se sul versante promozione dello sviluppo sostenibile, cooperazione in materia di pace e sicurezza si sono raggiunti importanti risultati nulla si è discusso o deciso sul versante dei Diritti Umani che, al contrario, sono la chiave per implementare i programmi di sviluppo sostenibile così come deciso nel corso del summit di Washington.
Il problema deriva principalmente dal fatto che in molti paesi africani il potere è detenuto da personaggi che abusano del loro potere e sono sordi alla voce della giustizia. Se l’Africa è, come ha ribadito Obama “parte fondamentale del nostro mondo interconnesso, partner con l’America per conto del futuro che vogliamo per tutti i nostri figli…” . se vera questa affermazione allora l’America dovrebbe tener conto che molti dei paesi africani sono condotti da leader impresentabili e che non possono assicurare e garantire che le risorse messe a disposizione per lo sviluppo siano utilizzate per il proprio popolo, e per guidare il cambiamento necessario a fare dell’Africa il continente del futuro.
La lista degli ospiti africani alla cena della White House comprendeva anche leader e partner molto discutibili: imbroglioni e criminali. Ecco un elenco parziale:
Uhuru Kenyatta del Kenya. In carica dal 2013, Kenyatta è sotto processo presso la Corte penale internazionale con varie imputazioni di crimini contro l’umanità in relazione alle violenze post-elettorali del 2008. L’ONU stima che circa 1.200 persone sono morte in Kenya nei disordini tra dicembre 2007 e febbraio 2008, mentre 600.000 persone sono state sfollate con la forza. Prevediamo che il caso contro Kenyatta verrà licenziato per ‘mancanza di prove’ nel mese di ottobre.
Paul Biya del Camerun. Ottanta anni, al potere dal 1982, è il secondo presidente Biya del Camerun dopo l’indipendenza nel 1960. Biya ha il pluridecennale record di violazione dei diritti umani , tra cui torture, esecuzioni extragiudiziali e brutale repressione contro i giornalisti, scrittori e studenti che protestavano.
Blaise Compaoré del Burkina Faso. Dopo la presa del potere con un sanguinoso colpo di stato nel 1987, Compaoré ha trasformato il Burkina Faso in una proprietà privata per se e per i suoi compari. Il suo record di violazioni dei diritti umani include l’uso eccessivo della forza contro i civili e detenuti, il mantenimento di condizioni carcerarie dure e pericolose per la vita e la corruzione massiccia.
Paul Kagame del Ruanda. Al potere dal 1994 (prima come vice presidente e ministro della difesa), in un recente rapporto le Nazioni Unite hanno accusato Kagame di ‘fomentare la ribellione nel Congo orientale, attraverso confine del Ruanda, che ha portato allo sfollamento di 300.000 persone, arresti, uccisione di molti oppositori politici e rivali.
Theogene Rudasingwe. Ex ambasciatore di Kagame negli Stati Uniti ha riferito nella sua audizione ” il signor Kagame nel 1994, ha ordinato l’abbattimento dell’ aereo che trasportava il presidente Juvenal Habyarimana.” Kagame nel 2007 in una trasmissione della BBC ha detto che non gliene frega niente in un modo o l’altro. ” Io non sono responsabile della morte di Habyarimana e non mi interessa, non ero responsabile per la sua sicurezza e lui non era responsabile per la mia . A lui non sarebbe importato nulla se fossi morto e a me non mi importa che sia successo a lui ‘.
Yoweri Museveni dell’Uganda. Al potere dal 1986, Museveni ha una lunga storia di violazioni dei diritti umani. Human Rights Watch nel 2012 ha riportato, ” il governo del presidente Museveni ha progressivamente stretto un cappio intorno ai media, alla società civile, all’opposizione politica, e a tutti coloro che potrebbero criticare il suo stile di governo. Oltre una dozzina di membri del parlamento hanno affrontato interrogatori di polizia e, in alcuni casi, accuse penali per aver parlato o partecipando a manifestazioni contro la politica del governo”.
Teodoro Obiang Nguema Mbasogo della Guinea Equatoriale. Dopo la presa del potere con un sanguinoso colpo di stato nel 1979, Obiang ha truccato ogni elezione pur di rimanere al potere con più del 95% dei voti. Il figlio di Obiang “principe ereditario” Teodorin Obiang è stato oggetto di un’azione civile promossa dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti in California e del Distretto di Columbia. Le accuse : estorsione, riciclaggio di denaro e appropriazione indebita, furto o appropriazione indebita di fondi pubblici da parte di un pubblico ufficiale’ di un governo straniero.
José Eduardo dos Santos dell’Angola. Al potere dal 1979, Dos Santos è stato a capo del suo governo utilizzato come un affare di famiglia. Sua figlia, Isabel Dos Santos è la donna più ricca in Africa (anche più ricca della vedova del defunto Meles Zenawi). Per il Mazine Forbes Africa è la seconda donna più ricca d’Africa. Quasi il 70 per cento della popolazione angolana vive al di sotto della soglia di povertà di 1.7 $ al giorno, mentre il 28% vive con meno di 30 centesimi. Dos Santos ha pagato circa 4 miliardi di dollari ai cinesi per costruire la “Nova Cidade de Kilamba” di sua proprietà.
Idriss Deby del Ciad. Al potere dal 1990, Deby ha un record atroce dei diritti umani. Secondo il rapporto sui diritti umani 2013 del Dipartimento di Stato americano “arresti arbitrari e detenzioni lunghe per indagini preliminari, dure condizioni carcerarie, tortura ad opera della sua forza di sicurezza, il diniego di processo pubblico equo, influenza dell’esecutivo sul potere giudiziario, e sequestri di proprietà “.
Joseph Kabila della repubblica Democratica del Congo. Ereditata la presidenza dal padre all’età di 30 anni nel 2001 . Kabila è il politico più pagato al mondo (75 milioni dollari tra il luglio 2012 e il luglio 2013). Il suo patrimonio netto stimato nel 2013 è stato 215 milioni dollari.
Jacob Zuma del Sudafrica. Ri-eletto nel maggio 2014, sta attualmente affrontando una indagine di corruzione. Il pubblico ministero sudafricano ha accusato di Zuma spendere impropriamente circa USD 7 milioni di dollari per migliorare la sua tenuta privata, chiamando la spesa “irragionevole, eccessiva” , con una appropriazione indebita di fondi pubblici.
Goodluck Jonathan della Nigeria. Ha finalmente incontrato le famiglie delle ragazze rapite 100 giorni dopo l’evento. Il gruppo terroristico Boko Haram continua a massacrare, mutilare e rapire migliaia di nigeriani innocenti ogni anno come Johnathan dall’altra parte schiaccia, amnistia e corrompe . Secondo il rapporto annuale degli Stati Uniti sui diritti umani una corruzione su vasta scala, diffusa e pervasiva influenza tutti i livelli di governo e le forze di sicurezza in Nigeria”.
Yahya Jammeh del Gambia. Al potere dal 1994, quando aveva 29 anni a seguito di un colpo di stato militare , il capo gambiano nel 2007 ha scioccato il mondo sostenendo che egli è in grado di curare l’HIV / AIDS con intrugli di erbe naturali esortando i pazienti ad abbandonare i farmaci retrovirali. Secondo un rapporto di Amnesty International 2014 “il governo di Jammeh non tollera il dissenso e commette gravi violazioni dei diritti umani. Difensori dei diritti umani, giornalisti, oppositori politici e altri Gambiani critici delle politiche di governo continuano a subire intimidazioni, vessazioni, arresti arbitrari, detenzioni, torture, maltrattamenti, minacce di morte e sparizioni ”
Hailemariam Desalegn, il ministro del cerimoniale dell’Etiopia. La sua partecipazione è prevista a sostituzione dei burattinai che rimangono nell’ombra.
Ci sono poi alcuni ‘leader’ africani che a quanto pare non sono stati invitati a cena: il vecchio Robert Mugabe dello Zimbabwe e Omar al-Bashir del Sudan ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra . Mentre gli inviti ai capi di Eritrea, Guinea Bissau e Repubblica Centrafricana si sono persi nella posta.
Obafemi Awolowo il famoso nazionalista nigeriano nel 1967 , in occasione della riunione del 4 ° vertice dell’Organizzazione dell’Unità Africana, disse profeticamente: “Oggi l’Africa è un continente che compete come mendicante e le loro nazioni fanno a gara tra di loro per avere i favori dai nostri ex padroni coloniali”. I leader africani, nonostante i milioni e i miliardi rubati della ricchezza leggendaria dell’Africa, sono la quintessenza dei mendicanti con il loro modo di pensare e di agire. Quando non stanno tirando fuori le loro pistole e coltelli per rubare, imbrogliare e rubare loro popolo, stanno tenendo le loro ciotole chiedere l’elemosina da parte della comunità internazionale.