L’Africa è spesso rappresentata dai mass media occidentali come “sottosviluppata”, come “il più povero” dei continenti. Questa visione stereotipata mira a mantenere l’Africa e gli africani ai margini dei vari discorsi sul mondo ‘globalizzato’. Al fine di offrire visioni ad essa alternative, il Convegno Internazionale Azania Speaks (dove Azania significa Africa) intende ospitare autorevoli “voci di partnership” provenienti dal continente africano. Queste voci rappresentano un segno tangibile delle culture trans-formative che scorrono sulle note musicali della poesia orale, creatrici di visoni del futuro basate su genuini valori di partnership come la cura, la cooperazione e la sostenibilità.
La forza di queste culture trans-formative risiede nell’energia che proviene dal ritmo e dal suono: la musica e la poesia orale sono considerate infatti potenti ed antiche “medicine”. In esse suono e parole si fondono, trascendendo gli stereotipi linguistici convenzionali. La struttura ritmica della poesia orale diviene quindi metafora e rappresentazione di una psiche guarita e rinnovata. Attraverso essa il poeta-cantante e il pubblico trovano mutuo conforto in una mutata architettura interna nella quale la poesia orale incarna la Grande Danza Cosmica, forza rigeneratrice e ristoratrice.
Nello specifico, i lavori del Convegno si concentreranno sulle seguenti aree tematiche:
il potere della poesia orale e dello storytelling (l’arte del “raccontar storie”)
voci femminili nella poesia orale africana contemporanea
la produzione poetica africana contemporanea in connessione con le antiche tradizioni orali africane
A livello educativo, il convegno si concentrerà nell’analisi delle inter-relazioni esistenti tra il cosiddetto modello di partnership (“partnership model”) e modelli educativi sostenibili, a partire da tre campi di indagine principali: intellettuale (basato sul pensiero critico ispirato al modello di partnership), etico (volontà e decision-making) ed estetico (basato su un approccio creativo e cooperativo).
Il convegno si prepone di discutere sulle letterature in inglese (o, per essere più corretti, nei vari “inglesi”) che esprimono un forte desiderio di ricostruire e rimodellare – in termini estetici postcoloniali – un passato mitologico sacro e pre-coloniale, un passato dove la figura della divinità femminile sta al centro di una concezione innovativa della narrazione.
Il programma dettagliato nel link qui sotto riportato