Il Volontariato del Terzo Settore ancora una volta ha mostrato la parte migliore dell’Italia. Migliaia di volontari si sono mobilitati a sostegno del personale sanitario, a sostegno della Protezione Civile, dei Comuni. Tuttavia il Terzo settore che li rappresenta, sembra essere solo una comparsa,nonostante conti oltre 350 mila organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, imprese sociali, 5 milioni e mezzo di volontari e 850 mila lavoratori. Quindi un settore determinante dell’economia sociale, della sussidiarietà, dei servizi che avrebbe bisogno maggior attenzione e rispetto da parte dei decisori politici che continuano a rafforzare le task force, ma non coinvolgono in modo “sistemico” questo pezzo importante del Paese.
Migliaia di spazi ricreativi, associazioni e realtà che si occupano dei più piccoli chiuderanno per sempre se non avranno adeguato sostegno. Questa crisi renderà più debole la nostra società. Colpirà soprattutto le persone fragili, i poveri, gli emarginati. Saranno più difficili le relazioni sociali, minore la coesione delle comunità. Terminata la fase di emergenza il nostro Paese potrà rialzarsi solo se avrà saputo proteggere chi si è sempre occupato di proteggere le persone. Chiediamo al Governo e al Parlamento aiuti concreti, ora e per la ricostruzione.
Il terzo settore non è solamente una categoria “economica” in difficoltà ma è la trave portante per il perseguimento degli obiettivi di innovazione sociale come il rafforzamento dell’economia sociale, di un welfare generativo che aiuti a sconfiggere le povertà, a dare sostegno e dignità agli ultimi.
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