Sono trascorsi più di vent’anni di democrazia. Certo una democrazia ancora grezza, problematica, però c’è stata alternanza, ci sono state regolarmente le elezioni. Il confronto tra i vari partiti non è stato fasullo, c’è un governo e una opposizione. Ma il Mozambico è di nuovo alle prese con gli spettri di una guerriglia che già qualche anno è presente nel nord del paese. Una guerriglia che qualcuno si è affrettato a identificare come jihadista, altri come risultato del risentimento della popolazione, la cui qualità della vita non è migliorata. Altri ancora imputano la situazione di instabilità provocata dalla presenza delle grandi multinazionali che hanno trovato ricchi giacimenti di materie prime da sfruttare.
Certo è che dopo la denuncia di Save The Children sulle decapitazione di numerosi bambini ad opera di gruppi islamisti che controllano alcune zone della provincia di Cabo Delgado, oggi apprendiamo dal sudafricano Daily Maverick dell’assalto all’Amarula Lodge, che ospitava in quel momento 185 persone. Molti di loro sono stati uccisi mentre tentavano di fuggire nella boscaglia o con le proprie vetture. Questo è accaduto nell’ambito di un’azione di guerriglia contro la cittadina di Palma, già da mercoledì. Gli scontri si sono susseguiti con varie azioni militari e con l’uso di elicotteri della società di sicurezza privata sudafricana Dyck Advisor Group. Questo non è bastato a fermare l’avanzata dei guerriglieri. Gli ospiti dell’hotel sono rimasti senza protezione completamente abbandonati dalle forze di sicurezza mozambicane.
Questo azione dimostra che la capacità operativa di questi gruppi armati può veramente prendere il controllo del territorio che conta gia oltre 2000 vittime e circa 700 mila sfollati.
Questo attacco avviene pochi giorni l’annuncio della Total di riprendere le attività della costruzione dell’impianto di trattamento del gas di Afungi, a soli 15 km da Palma. La Total si era ritirata dall’area a dicembre a causa degli attacchi dei ribelli vicino alle sue strutture.