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Meeting "Europa con l'Africa"

di cooperazione. Infatti nell’ultimo documento di "politica estera" della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Africa subsahriana è completamente sparita. Ci sembra francamente una cosa estremamente grave, non giustificata incoerente con le politiche e le priorità indicate sia dal Governo, che dalle organizzazioni Multilaterali.

Ad Ancona, nel corso della tre giorni organizzata dagli Enti Locali per la Pace, da Chiama l’Africa e dal Cipsi, si è invece parlato dei rapporti tra Europa e Africa che vanno rilanciati su altre basi. 

«Cosa c’entrano gli enti locali con l’Africa? Perché spendere i soldi di Comuni, Province e Regioni per l’Africa? Sono domande che spesso si sentono in giro, poste da chi però oggi qui non c’è». E’ così che Flavio Lotti, direttore del Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace e i Diritti umani, introduce la prima assemblea nazionale degli “Enti locali per l’Africa”, ospitata dal Meeting internazionale “Europa con l’Africa” che si è tenuto ad Ancona dal 13 al 15 novembre. Non sono mancate nel corso della prima giornata le risposte a questi quesiti. A partire da quelle fornite dallo stesso Lotti che ha sottolineato la pericolosità dell’atteggiamento italiano di curare il proprio cortile e di accorgersi del mondo in modo sporadico, senza voler capire che occuparsi del Sud, dell’Africa in primo luogo, è un atto di responsabilità politica. E non ha niente a che vedere con il buonismo, come invece ancora si pensa. Migrazioni, guerre, fame, cambiamenti climatici, traffici di organi, armi, droga e rifiuti, terrorismo, violazione dei diritti umani, pirateria in mare, desertificazione.

E’ lunga la lista dei problemi comuni che interessano l’Europa e l’Africa. «Ed è per questo che la cooperazione internazionale serve anche a risolvere i problemi del cortile di casa nostra» ricorda ancora Lotti, spiegando che la cooperazione è un dovere collettivo, non un lusso a cui si può fare a meno in tempi di vacche magre. Come invece sta facendo l’Italia, che per il 2010 ha stanziato per la cooperazione allo sviluppo 326 milioni di euro, meno di quanto ha speso per l’organizzazione dell’ultimo G8.

Al Teatro delle Muse di Ancona si è detto anche che, se la migliore cooperazione è quella concepita per costruire relazioni, allora i soggetti più adatti a farlo sono proprio gli enti locali, che hanno modo di dialogare con la cittadinanza. Spiegando per esempio l’importanza comune degli Obiettivi del Millennio, da perseguire promuovendo azioni di cooperazione decentrata mirate a costruire giustizia e diritti umani. O, ancora, comunicando le iniziative di solidarietà attraverso i media. Promuovendo quindi la conoscenza di un’Africa che tanto lontana non è più.

L’efficacia della cooperazione decentrata trova il suo perché anche nella struttura sociale e politica dei paesi africani. Dove, come ha ricordato Kawengo Matundu, della Campagna del Millennio dell’Onu per l’Africa, sono le municipalità i soggetti più importanti nella fornitura dei servizi ai cittadini. Ecco dunque articolata una serie di risposte alle domande degli scettici che continuano a considerare possibile la soluzione dei muri. «Come quello che l’Europa sta ergendo in questi anni e che si chiama Mar Mediterraneo» ha detto Carlo Maria Pesaresi, vicepresidente del Coordinamento degli Enti locali per la Pace e i Diritti Umani, sottolineando il ruolo centrale dei migranti nella cooperazione.

Un punto ribadito da più persone, anche durante il dibattito pomeridiano, in cui Lotti ha esortato ad andare oltre alla “cooperazione fai da te”, creare un gruppo di coordinamento e una rete europea degli Enti locali per l’Africa e ad arrivare alla stesura di un documento collettivo in cui si vengano delineate le cose da fare e quelle da non fare nel relazionarsi con i paesi a sud del Mediterraneo. In altre parole, delle linee guida, pensate anche per chi non ha una grossa esperienza alle spalle, per indirizzare le attività di educazione e sensibilizzazione delle comunità, l’informazione, i rapporti con i migranti e, infine, gli interventi in Africa. Dove, è opinione condivisa, va promosso un migliore coordinamento tra i progetti dei molteplici attori di cooperazione decentrata.

L’annuncio di un’altra iniziativa di respiro europeo, è arrivata dal Presidente della Regione Marche. Si tratta dell’istituzione, in seno al Comitato delle Regioni, di un Tavolo sull’Africa. Il Meeting internazionale “L’Europa con l’Africa” è stato promosso dal Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Regione Marche, Provincia di Ancona, Comune di Ancona, ChiAma L’Africa, CIPSI e Tavola della Pace.

Sul sito della Tavola della Pace altre news dal meeting: http://www.perlapace.it/

 

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