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Marikana la lotta dei minatori alla fine paga

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Dopo 21 settimane di sciopero, il più lungo della storia dei minatori sudafricani, è stata raggiunta un’intesa sul salario e su altre questioni. Certo i problemi non mancano e le disparità di trattamento sono evidenti. Alla fine i lavoratori hanno ottenuto un aumento salarialemai registrato nelle lotte sindacali in Sudafrica. Alla fine il salario di un minatore sudafricano sarà di 8.900 rand  (circa 890 euro) contro i 1200 euro richiesti, che si traducono in 108.600 rand /anno (10.860 euro) certo decisamente poco rispetto ai 200 mila euro di un minatore australiano.

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Lo sciopero però non coincide con la fine delle lotte operaie e dei minatori sudafricani che puntano comunque ad ottenere un salario di 12.500 rand  (1250 euro), valorizzando in modo positivo la rete di alleanze e solidarietà che si è creata  a sostegno della giusta lotta dei minatori.

La lotta di Marikana ha però consentito di evidenziare tre questioni chiave:

1) La produzione di platino nei mercati globali  è sovrabbondante . Sei mesi di sciopero non hanno provocato nessun incremento dei prezzi e questo significa che a livello mondiale ci sono abbondanti scorte di questo prezioso metallo e che la gestione o il potere delle tre grandi multinazionali (Angloplatinum, Implates e Lonmin) e del governo dell’ANC non riescono ad incidere nel sistema dei prezzi mondiali pur detenendo l’80% della produzione mondiale. Questo spiega anche i bassi salari dei minatori sudafricani.

2) In Sudafrica non c’è solo una disuguaglianza tra ricchi e poveri, ma anche un divario tra i lavoratori delle miniere e quelli agricoli per esempio. Il dirigente della Angloplatinum ha sostenuto che “i lavoratori delle miniere australiane guadagnano cinque volte di più rispetto ai sudafricani perché sono dieci volte più produttivi”. Forse è vero come  è altrettanto vero che i minatori australiani non vivono  in baracche di zinco in campi abusivi dove l’acqua è disponibile solo una volta al giorno al mattino o alla sera oppure manca per settimane. I minatori australiani non devono lavorare nelle condizioni spaventosamente insalubri e insicure a cui sono esposti quotidianamente i minatori sudafricani.

3) Lo sciopero ha anche evidenziato la propensione delle compagnie minerarie a svendere  il loro platino al di sotto dei valori di mercato  forse per pagare meno tasse o per mentire  sui loro ricavi e redditi effettivi.

Una richiesta radicale sarebbe quella di nazionalizzare le miniere, una richiesta più moderata sarebbe quella, quanto meno di nominare una commissione di indagine mineraria che indaghi sull’uso e la gestione della produzione e dei profitti.

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