Il Manifesto per una terza via , è una riflessione filosofica della storia politico-governativa del Mozambico intorno ai problemi socio-economici e culturali che hanno attraversato il paese dal 1975, anno della sua indipendenza dal Portogallo. L’opera di facile lettura e comprensione, getta uno sguardo critico sui sistemi politici e di governo adottati nel corso ei periodi storici da cui il paese è passato.
Questi sistemi o modelli di governance sono definiti dagli autori “vie” , E il Mozambico ne ha conosciute due: la “prima”, adottata nel 1975, mescolava valori e principi democratici, di tipo “popolare”, come si diceva al tempo, con un apporccio socialista, superata nel 1977 con il III Congresso del Frelimo. Giustizia sociale, unità e lavoro erano i valori di riferimento, mentre le libertà politiche ed economiche non erano all’ordine del giorno.
La prima via si chiude con la svolta democratica attraverso la revisione costituzionale del 1990, da cui poi prenderà il via la “seconda via”, caratterizzata dal pluralismo che privilegia le libertà politiche, economiche e civili. Questo sistema pluralista scardina il sistema dei valori precedenti , ossia la giustizia sociale, l’unità , il lavoro.
Come la prima via, anche la seconda è caduta nel baratro dell’esclusione e della discriminazione socio-economica, culturale e politica.
La “terza via” è una proposta che potrebbe aiutare il Mozambico a risollevarsi, diventando possibilmente il paesi di tutti, inclusivo e con capacità di risolvere i problemi più annosi per i soi cittadini.