Per migliorare la sicurezza alimentare il Madagascar mira a utilizzare i modelli camerunesi e senegalesi per contrastare l’aggravarsi della crisi alimentare che sta emergendo sulla grande isola. Più del 70% delle famiglie malgasce a un certo punto dell’anno non hanno più cibo. Inoltre l’isola è molto esposta ai rischi climatici. Negli ultimi 35 anni, disastri naturali cicloni, siccità, inondazioni e invasioni di locuste, hanno reso molto dura la vita di oltre la metà della popolazione, disastri naturali che hanno portato sulla loro scia epidemie tra cui la malaria e la scarsità di cibo.
Per uscire da questa situazione e trovare una soluzione alla crisi alimentare, che da anni minaccia le popolazioni, Il Madagascar, dopo la partecipazione al workshop internazionale sul settore agropastorale, organizzato in Camerun nel mese di settembre, guarda ai modelli camerunensi e senegalesi nella gestione dei settori agropastorali per migliorare la capacità produttiva e contribuire in questo modo a migliorare la vita dei contadini. Obiettivo è quello di migliorare la competitività di circa 30.000 aziende agropastorali a conduzione familiare, attraverso il confronto e la condivisione di esperienze con le aziende del Camerun e del Senegal.
Secondo il Programma alimentare mondiale, più di 500.000 bambini sotto i cinque anni nel Grande Sud del Madagascar corrono il rischio di soffrire di malnutrizione acuta durante i prossimi mesi. Oggi ci sono 110.000 bambini che soffrono di malnutrizione acuta grave e necessitano di interventi urgenti.
Anche per queste ragioni la cooperazione regionale nel settore agropastorale potrebbe rafforzare meccanismi e strategie per contrastare in prospettiva l’insicurezza alimentare.