Interessante e utile rileggere questa pubblicazione curata da Giovanna Trento e pubblicata da Mimesis anche per meglio comprendere l’ossessione di Pasolini per l’Africa data la prossima presentazione alla mostra del cinema di Venezia del documentario Profezia: l’Africa di Pasolini curata da Gianni Borgna.
Pasolini e l’Africa. L’Africa di Pasolini. Panmeridionalismo e rappresentazioni dell’Africa postcoloniale
Autore Giovanna Trento, Mimesis 13,50 euro
Riferimenti all’Africa subsahariana, agli africani e alla loro diaspora affollano la vita e l’opera di Pier Paolo Pasolini, mescolando i piani dell’annotazione antropologica e dell’elaborazione letteraria. Le rappresentazioni dell’Africa e di tutto il Panmeridione nascono dall’attenzione di Pasolini verso il mondo contadino e dialettale italiano. Fondamentale in lui è la costruzione dell’altro”, sia specchio di sé sia altro-da-sé. Il tassello africano è essenziale, e permette di interrogare numerosi nodi tematici: la permanènza di una “cultura coloniale diffusa” e del suo operante immaginario; le oscillazioni della nozione di “razza”, con l’acme della legislazione razzista negli anni Trenta; la forza resistenziale anticonsumistica esercitata dai valori panmeridionali; il peso simbolico assunto dai processi di decolonizzazione; lo svilupparsi nel Black Atlantic di un discorso afrocentrico; il ruolo centrale delle migrazioni Sud/Nord in epoca postcoloniale; l’impostazione dualistica della questione meridionale e il concetto di “altro intemo al Paese”; la coesistenza di letture. “ufficiali” e “sentimentali” di Antonio Gramsci. E se quest’ultimo avrà un ruolo chiave per la nascita di cultural studies e postcolonial studies, Pasolini non è stato da queste aree di studio preso in considerazione, laddove il suo lavoro, sebbene ambivalente e non privo di tratti orientalisti, ci difende sempre da manicheismi e semplificazioni.