L’Unesco nel 2011 ha deciso di istituire la giornata mondiale del Jazz, etimologia sconosciuta ma il cui ย linguaggio musicale emozionale, improvvisato che porta conย sรฉ un messaggio di libertร , cultura ,ย fratellanza. Musicisti imprevedibili, invadenti, improvvisati ma con una grande tecnica e una grande sensibilitร nel cogliere le sfumature della vita. Il Jazz รจ anche una filosofia definita dalย ย cosmopolitismo delle informazioni, il pluralismo delle razze, lโimpollinazione incrociata fra le culture, lโimprovvisazione, cioรจ la capacitร di reagire istantaneamente alle sollecitazioni. Una musica piรน viva che mai e lo testimoniano gli innumerevoli festival e rassegne in tutta Italia e non solo.
Il Jazz e’ย soprattutto Africa ย
da la storia del Jazz di Marco Basso
Il jazz e’ un linguaggio musicale estremamente emozionale, nato dall’improvvisazione, ma che necessita allo stesso tempo di notevole perizia tecnica; basato sulla varietร ritmica e del fraseggio, vanta ricchezza armonica e splendide melodie. Pur essendo principalmente musica strumentale, il jazz ha espresso nel tempo, a cominciare da quella di Bessie Smith, voci straordinarie per intensitร , calore interpretativo e tecnica.
Il jazz nasce e prende forma con l’affermarsi nella societร americana della minoranza nera, ma, paradossalmente, all’inizio della sua storia sono i musicisti bianchi che, appropriandosene, riescono ad affrancarlo e a farlo conoscere anche al pubblico non di colore. Se ciรฒ non fosse accaduto, il jazz sarebbe rimasto ghettizzato.
Gli schiavi neri d’America si erano inventati la loro musica: memorie di ricordi africani trapiantate sulle sonoritร popolari dei bianchi e contaminate dagli inni religiosi cristiani. Dapprima il canto accompagna il lavoro (il blues) quindi diviene preghiera (spiritual e gospel). C’รจ anche perรฒ il carattere di intrattenimento e divertimento che compare nel jazz suonato nelle strade e nelle case chiuse di New Orleans. Imperano il ragtime ed il dixieland, i due stili piรน rappresentativi all’alba dell’era jazz.
Intanto i neri migrano verso il Nord e il jazz con loro. A partire dagli anni ’20, dapprima Chicago e poi Kansas City e New York, tengono a battesimo formazioni guidate da musicisti che diventano subito leggenda: Louis Armstrong, Duke Ellington, Count Basie. L’improvvisazione fantasiosa di maestri come Lester Young e Charlie Christian incontra il gusto popolare di casa a Broadway. Nasce il boogie-woogie, il jazz diverte e fa ballare. La febbre dello swing, autentica linfa vitale del jazz (il verbo inglese to swing significa “oscillare”), contagia anche la California, seducendo naturalmente il mondo del cinema.
Anche i musicisti bianchi inseguono il jazz e cosรฌ facendo aiutano a combattere la segregazione razziale. I dischi e la radio prima, le truppe americane poi, nell’Europa messa a ferro e fuoco durante la Seconda Guerra Mondiale sono i principali divulgatori del jazz. La rivoluzione del bop sconquassa l’affermazione planetaria dello swing. Siamo all’inizio degli anni ’40 e da allora si moltiplica la frenesia di rinnovamento e di ricerca che, alternandosi a ricorrenti nostalgie revivalistiche, caratterizza l’evoluzione del jazz. Cool, hard bop, afro-cuban, free, jazz-rock fusion, sono tutte etichette che manifestano il continuo bisogno del jazz di cambiare veste, o meglio di assoggettare ogni forma sonora e tradurla nel suo personalissimo linguaggio. Dalla salsa latino-americana alla bossanova brasiliana, dalla musica classica al rock, ogni sonoritร finisce per essere assorbita. Il jazz contamina anche tutta la musica popolare di questo secolo, addirittura la canzonetta. Ed รจ proprio nella continua capacitร di contaminarsi e di ampliare continuamente i propri orizzonti il segreto dell’elisir di lunga vita del jazz e, oggi piรน che mai, ascoltiamo un sacco di jazz in un mucchio di forme diverse.