La Costa D’Avorio nel mirino dei Jihadisti
E così anche la Costa d’Avorio è diventata bersaglio degli integralisti che vogliono seminare instabilità in tutta l’Africa occidentale e in particolar in quella francofona , collegata al CFA, la moneta controllata dalla Francia adottata da quattordici paesi dell’Africa occidentale e centrale. La Costa d’Avorio nonostante la guerra che per anni ha martoriato le popolazioni civili di quel paese non è mai stata teatro di scontri e confronti religiosi. La convivenza è stata “pacifica” e l’adesione alle religioni islamica e cristiana sono equivalenti – i dati parlano del 28% e 25% rispettivamente- mentre ancora elevata la presenza delle religioni tradizionali (37%) con percentuali di ateismo attorno al 10 %. Quindi da escludere un motivo religioso dietro l’azione terroristica di Grand Bassam che ha provocato 16 morti e molti altri feriti.
Gli autori fanno parte di quella galassia jihadista che da anni ha aperto un conflitto che a partire dal nord africa è sceso nella zona subsahariana con il duplice obiettivo: da una parte minare gli interessi francesi , soprattutto dopo la discesa in campo militare a partire dal Mali, dall’altra utilizzare queste azioni terroristiche a scopo interno per determinare la leadership sunnita imponendo, in questo modo, una visione dell’Islam più consona e aderente alla caratteristica del gruppo dominante.
La Francia, dopo le dichiarazioni di “guerra” a seguito dell’azione terroristica al Bataclan del 13 novembre 2015, si trova direttamente sotto attacco da parte dei vari gruppi jihadisti che ovviamente hanno tutto l’interesse a destabilizzare l’area controllata dai francesi. Critiche sono state avanzate da più parti da intellettuali e politici che in qualche modo danno la responsabilità alla Francia se questa parte dell’Africa, oggi, è oggetto di attentati come quelli recenti in Mali e Burkina Faso.
Per approfondire vedi anche http://www.internazionale.it/notizie/2015/07/24/jihad-africa