Time For Africa e Libreria Friuli presentano per Giovedì 20 Giugno alle ore 18,00 in via Rizzani n. 1/3, Raffaele Masto, giornalista e scrittore che parlerà del suo libro Buongiorno Africa: tra capitali cinesi e nuova società civile. Introduce Igor Ielen docente di Geografia economico-politica dell’Università di Trieste.
La recensione di Cecilia Cadeo
Impossibile, viaggiando in Africa, prescindere dal grandioso, affascinante paesaggio di questa immensa culla dell’umanità. Non sfugge all’incantesimo Raffaele Masto, autore di “Buongiorno Africa”; resta invece sostanzialmente indifferente alla bellezza del continente il cinese When Yè, per il quale i deserti servono a costruirci autostrade, i siti storici alberghi a cinque stelle, i fiumi dighe… e tutto il territorio è soltanto un giacimento da sfruttare, per estrarne materie prime che servano a dare a più di un miliardo di cinesi un benessere impensabile solo qualche decennio fa.
Ma gli europei hanno fatto o fanno di meglio? Non ci sono forse i loro interessi dietro le tragedie della regione dei grandi laghi, dove le ricchezze minerarie si sono trasformate in una maledizione, e non da ora?
L’autore ci conduce attraverso i villaggi devastati dalle guerre tribali, tra le bande di ex bambini soldato che setacciano le sabbie aurifere dei fiumi, ma sono pronti a trasformarsi in predoni quando l’oro scarseggia, Ci accompagna tra le donne che martellano incessantemente la roccia per estrarne il coltan e tra mille altri drammi piccoli e grandi
Il discorso non risparmia niente alla drammaticità del contenuto, ma non indulge mai al macabro o al sensazionale. Cerca piuttosto di vedere dietro alle apparenze, di scavare nella realtà storico-sociale dei luoghi. La partecipazione dell’autore alla realtà che lo circonda appare diretta e genuina, per niente enfatica o compassionevole.
L’Africa infatti non è tutta tragedia, i tentativi di riscatto compaiono dove meno te l’aspetti: nei villaggi congolesi dove gli aiuti della cooperazione internazionale sono sfruttati al meglio dalla popolazione locale o addirittura nelle bidonville di Nairobi, dove la società civile si organizza in associazioni che provvedono a rendere la vita e perfino la morte più umane.
“L’Africa non si svilupperà grazie ai capitali cinesi. […] Allo stesso modo non sarà la cooperazione ad offrire una chance agli africani. […] L’Africa dovrà fare tutto (o quasi) da sola.”