Una biblioteca africana contro l’emarginazione e la violenza
Città del Capo è la capitale legislativa del Sudafrica, dove ha sede il Parlamento. Oltre ad essere una meta turistica internazionale, la città è lo specchio del Sudafrica oggi. Accanto ai quartieri degli affari e delle residenze, ci sono diverse towniship che li circondano. Philippi, Cape Flats, Khayelitsha, Gugulethu, per citarne alcune, mentre altre squatter camps sorgono qua e là. La vita in questi aggregati abitativi non è facile: disoccupazione, malattie, carenza igieniche la rendono difficile e spesso violenta. Queste towniship, però, sono anche realtà sociali molto dinamiche, creative in cui la gente si ingegna a sopravvivere e a vivere. Non mancano solidarietà, iniziative culturali, aggregazione di borgate; importante il ruolo delle chiese appartenenti alle varie sette religiose, cristiane e animiste.
Nella borgata di Lavender Hill, dove il tasso di disoccupazione sfiora il 50% e solo il 10-15% dei residenti riesce ad avere un lavoro al di fuori del distretto, la maggioranza della popolazione vive in “case” fatte di lamiera, rifugi costruiti con materiali di fortuna tra i quali droga e violenze delle gang la fanno da padrone. Nonostante tutto, il pastore sudafricano John Nicholson, ha creato una biblioteca in questa che è una delle zone più pericolose e violente di Citta del Capo.
Il pastore John ha iniziato con 25 libri, coperte e piumoni stesi a terra, al posto delle sedie, per garantire ai bambini un posto a sedere protetto. Oggi la biblioteca è cresciuta, conta 5.000 libri ben disposti in fila sugli scaffali, raccolti dai molti membri della comunità. Enciclopedie, libri di favole, romanzi, manuali sulla storia dell’Africa, testi scolastici: tutto quello che può servire alla lettura e alla alfabetizzazione dei bambini e giovani che si recano in biblioteca, nel pomeriggio. Nel corso di questo anno, spiega il pastore Nicholson, “sono aumentate le presenze ed è quello che vogliamo perché la lettura aiuta i bambini a crescere intelligenti, in modo tale che quando crescono possano costruire un loro futuro, trovare un lavoro. Un futuro che inizia da qui”.
La biblioteca, la lettura, i libri come strumento di lotta e di emancipazione. Leggere, informarsi, sognare con i libri è un antidoto alla violenza delle strade. Un modo per tenere lontano i bambini e i giovani dalla violenza. Anche questi bambini, questi giovani di Lavender Hill possono raggiungere e concretizzare i loro sogni.
Un esempio concreto di come i libri, le letture possano cambiare il corso della storia dei singoli, anche se vivono in quartieri poveri e spesso violenti.