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L'epidemia di colera in Zimbabwe non si arresta

centinaia di migliaia di persone premono ai confini del Sud Africa e del Mozambico alla ricerca di rifugio e di cure.

Il Primo Ministro  del Kenia Raila Odinga, non esclude la necessità che  truppe straniere devono prepararsi ad intervenire in Zimbabwe per evitare che la crisi umanitaria diventi definitivamente incontrollabile. Lo stesso Primo Ministro indica in Mugabe il colpevole del collasso del paese e, per questo, andrebbe indagato per crimini contro l’umanità.

Certo è che  questo Paese, una volta prospero, il paniere dell’Africa, sia stato completamente devastato dalla “pazzia” del vecchio leader della lotta di liberazione.  A nulla sono valse le mediazioni dell’ex presidente del Sud Africa  Tabo Mbeki, a cui va imputata l’incapacità di mediatore.

La critica globale sta crescendo ulteriormente in questi giorni di disperazione per la popolazione ora duramente colpita dall’epidemia di colera. L’ex presidente americano Jimmy Carter, l’ex segretario generale dell’ONU Kofi Annan, l’attività dei diritti umani la mozambicana Graça Machel, hanno esortato i leader dello Zimbabwe per porre fine alle diatribe di potere e concentrarsi  per creare tutte quelle condizioni necessarie a salvare le vite umane. Tra le altre cose sono stati rifiutati i visti d’ingresso dei tre leader.

Il focolaio di colera in atto in Zimbabwe corre il rischio di diventare un pericolo per l’intera Africa Australe. Già ora almeno un quarto della popolazione ha lasciato il Paese.

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