Quando si parla della povertà e dell’infanzia si pensa sempre ai tanti Sud del Mondo. Quasi mai ci fermiamo a riflettere che le condizioni dell’infanzia in Italia sono peggiorate dagli anni della crisi, come peggiorate sono le condizioni delle famiglie. Gli ultimi dati statistici (2016),ci dicono che 7 milioni e 209 mila persone persone , pari all’11,9% delle famiglie,  si sono trovate nelle condizioni di “grave deprivazione materiale” . Di queste ben un  milione e mezzo di famiglie (il 5,7% del totale) vivono – o cercano di vivere – in condizione di povertà assoluta; si tratta quindi di ben 4 milioni e 102mila individui (il 6,8% dell’intera popolazione).
Difronte a questa situazione i bambini sono quelli a rischio maggiore: salute, educazione, mal nutrizione. Ogni anno poi, come emerge dal rapporto di Save The Children, 130 mila ragazzi sono a rischio dispersione scolastica e l’abbandono continua ad essere una delle sfide principali dell scuola italiana.
Sarebbe utile e necessario ripensare alle nuove sfide del Welfare ad un nuovo Welfare generativo dove anche i cittadini diventano protagonisti, attori dinamici e responsabili. Nei quartiere potrebbero risorgere comitati di cittadini che promuovono e sostengono “il sostegno di vicinanza”, per affiancare e sostenere le politiche “sociali” dei Comuni, spesso insufficienti e burocraticamente costose.
Ma servirebbero politici all’altezza delle nuove sfide…… nel frattempo i cittadini, le associazioni della società civile, potrebbero uscire anche dal torpore e scendere nell’arena della “Politica”
Il link dell’ Atlante dell’Infanzia a Rischio