Da Misna
“Tey” (“Oggi”) del regista Alain Gomis ha regalato per la prima volta al Senegal lo Stallone d’oro di Yennenga, il premio più prestigioso assegnato al Festival panafricano del cinema (Fespaco) che si è concluso nel fine-settimana a Ouagadougou.
“Dopo 44 anni il Senegal vince lo Stallone di Yennenga” titola oggi a tutta pagina l’edizione online del quotidiano di Dakar Le Soleil. A rendere omaggio alla “rinascita” del cinema senegalese sono però giornali e portali di informazione di tutto il continente. In Burkina Faso, il paese che ospita il Festival dal 1969, Le Faso sottolinea come il Senegal abbia conquistato anche lo Stallone di bronzo con “La Pirogue” (“La piroga”) di Moussa Touré.
“Tey” indaga il rapporto tra la vita e la morte attraverso gli occhi di Satché, un uomo che ha soltanto poche ore e decide di incontrare i familiari, gli amici, il primo amore…
Quarantuno anni, figlio di padre senegalese e madre francese, residente a Parigi ma cittadino del mondo, Gomis ha detto di esser “fatto di pezzi differenti” e di esser convinto che il cinema abbia bisogno di “diversità”. Il suo stesso lavoro, ha aggiunto, deve molto alla Francia e al Senegal ma anche alla Guinea Bissau.
Al di là del trionfo del cinema senegalese, la ventitreesima edizione del Festival ha riservato emozioni e sorprese. Lo Stallone d’argento è andato alla regista algerina Djamila Sahraoui, autrice di “Yema”. Un premio speciale per la pace, messo in palio dall’Unione Africana, è stato invece assegnato a “Toiles d’araignée” (“Ragnatela”) del maliano Ibrahim Touré.
L’arte africana, cinema compreso, è davvero poco nota. Interessante sapere che ci sono iniziative come questa.