La politica di cooperazione decentrata ha preso avvio oltre due decenni fa in concomitanza con l’assunzione da parte delle Regioni di un ruolo essenziale nelle politiche di sviluppo. Un impulso all’esperienza maturata dalle regioni va imputato alla riforma delle politiche di coesione, attuate attraverso i fondi strutturali comunitari, che hanno attribuito alla dimensione territoriale la funzione di vero motore dello sviluppo locale. Tale esperienza viene ora trasferita anche agli interventi a favore dello sviluppo dei contesti delle aree povere del mondo. L’esperienza della cooperazione allo sviluppo, maturata in oltre mezzo secolo, dimostra che solo una parte degli interventi ha prodotto soluzioni strutturali ai processi di sviluppo dei Paesi poveri. La principale determinante del fallimento della politica di cooperazione è di natura tecnico concettuale poiché non risulta esserci concordanza nella risposta alla domanda che cosa si intende per sviluppo?.
L’evoluzione degli scenari economici e finanziari globali, scossi da crisi sistemiche che hanno un impatto sul divario Nord/Sud e sulle possibilità di raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio entro il 2015, deve essere tenuta in attenta considerazione nel prospettare linee-guida e indirizzi di programmazione nel campo dell’aiuto allo sviluppo e dell’internazionalizzazione delle imprese per la Regione Friuli Venezia Giulia. La Regione sia per la sua collocazione geopolitica, la sua storia e per la natura della sua economia di trasformazione è tradizionalmente impegnata a favorire un sistema internazionale sempre più stabile e giusto. Il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio entro la scadenza del 2015, impegno al quale l’Italia ha aderito bilateralmente, nelle sedi multilaterali e nel contesto dell’Unione europea, non è solo un imperativo etico di solidarietà verso chi è privato dell’essenziale, ma allo stesso tempo, un investimento strategico a beneficio del futuro della Regione Friuli Venezia Giulia e della nostra nazione. Pertanto gli Obiettivi del Millennio, specie quelli legati alla lotta alla povertà e alla salute, continueranno a orientare la cooperazione regionale, di cui anche la sostenibilità dello sviluppo e la tutela dell’ambiente costituiscono linee ispiratrici.
Sempre nell’ottica di favorire la razionalizzazione e l’efficacia delle iniziative di cooperazione, la Regione stimolerà la collaborazione pubblico/privato, collaborazione che discende dalla nuova concezione, sempre più condivisa in ambito europeo e internazionale, dell’aiuto pubblico soprattutto come leva per una crescita equa e sostenibile e come catalizzatore per la mobilitazione di risorse interne ai Pvs e di quelle disponibili nei mercati internazionali dei capitali, anche mediante strumenti innovativi di finanziamento. In questo senso una maggiore e più sinergica compartecipazione del mondo economico e in particolare delle imprese – attraverso una regolamentazione – oltre a raggiungere obiettivi quali un più veloce radicamento delle attività di cooperazione allo sviluppo nei PVS, permette l’esportazione di buoni modelli produttivi e di gestione.
E importante sottolineare come le attività di cooperazione allo sviluppo possono essere un nuovo tipo di risposta ai problemi legati alla diffusa presenza di immigrati nel territorio regionale: infatti progetti mirati allo sviluppo locale possono rappresentare un freno ai flussi migratori attraverso lo sviluppo delle economie di quei paesi ove è la condizione economica disagevole che incentiva le popolazioni locali ad emigrare. Ma la creazione ed il consolidamento in queste aree del pianeta di progetti di cooperazione dove la Regione si presenta come attore principale di sviluppo, può essere anche l’occasione per la nascita nel futuro di feconde relazioni diplomatiche e commerciali, capaci di rilanciare l’import-export regionale e utili per l’apertura verso nuovi mercati internazionali.
A partire da una ristrutturazione organica degli interventi per la nuova programmazione si intende sviluppare un maggior numero di tematiche integrate tra loro e in grado di apportare concreti benefici di sviluppo economico e sociale sul territorio e sulla popolazione locale, al fine di innescare un meccanismo di sviluppo che permetta di innalzare il livello di istruzione e di sviluppo economico e consenta di originare le condizioni ottimali per la creazione di posti di lavoro e benessere sociale.
Con il termine “cooperazione allo sviluppo” ci si riferisce a politiche e strumenti differenziati, che hanno obiettivi e target di riferimento diversi e che necessitano l’adozione di metodologie e strategie coerenti.
In primo luogo si devono distinguere i diversi soggetti che mettono in atto i differenti approcci della cooperazione:
- multilaterale cioè attuata da organismi internazionali;
- bilaterale attuata da Governi nazionali;
- decentrata attuata da Governi locali
I nuovi approcci di cooperazione devono mirare a rafforzare il ruolo della società civile nei processi di sviluppo e consentire il coinvolgimento dei diversi livelli di intervento degli attori economici e sociali sia al nord che al sud facendoli partecipare attivamente ai programmi. Concepiti in questo modo, gli approcci di partenariato e di cooperazione possono aprire prospettive più ampie rispetto ad un singolo programma o progetto poichè implicano un più esteso concetto di sviluppo e l’innesco di processi di democratizzazione delle regioni.
Si tratta di approcci caratterizzati da complessità, in quanto producono implicazioni a sud, con l’acquisizione di un ruolo più equilibrato dei territori beneficiari, e a nord, dal momento che i donor assumono un ruolo di sostegno e di accompagnamento piuttosto che di intervento diretto unilaterale.
Il territorio va analizzato e scomposto nei suoi sottosistemi: per ogni componente vanno evidenziati i punti di forza e di debolezza e vanno accompagnati i soggetti che a diverso titolo ne sostengono il processo di sviluppo. Occorre quindi analizzare e tratteggiare ai potenziali investitori che cosa un territorio rappresenta dal punto di vista:
- sociale: quantità e qualità delle risorse umane presenti, qualità dei servizi per la popolazione, qualità urbanistica ed insediativa, funzionamento degli assetti politico-istituzionali, legalità;
- produttivo: diffusione di imprese e servizi produttivi, esistenza di vocazioni produttive locali, presenza di distretti o di filiere produttive, grado di cooperazione tra imprese;
- della dotazione di infrastrutture: accessibilità, collegamenti, diffusione di infrastrutture di base (porti, aeroporti, autostrade, ferrovie, aree attrezzate per insediamenti produttivi), presenza di infrastrutture ambientali (depurazione, smaltimento);
- dell’efficienza dell’apparato amministrativo: efficienza, presenza di servizi per la semplificazione amministrativa, presenza di enti strumentali intermedi e diffusione delle strutture associative;
- delle risorse ambientali, naturali, paesaggistiche e culturali: presenza di aree protette, vincoli ambientali, beni di particolare rilevanza naturalistica o storico-culturale.
Il programma regionale della cooperazione allo sviluppo concentrerà i progetti in alcuni specifici territori e settori evitando interventi a pioggia, nel tentativo di incidere efficacemente nel processo di realizzazione dei Millennium Development Goals e mediante l’esportazione di modelli tecnologici e di sviluppo in grado di apportare benefici reciproci per i partner della cooperazione.
Obiettivi e linee di indirizzo
La Struttura Direzionale per le Relazioni Internazionali e Comunitarie ha acquisito, con decorrenza 21 gennaio 2009, la competenza rispetto la gestione dei bandi regionali per le iniziative di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale previste dalla legge regionale n. 19/2000. Oltre a ciò continua a gestire progetti di cooperazione a regia regionale, nonché finanziamenti per progetti di cooperazione internazionale di tipo integrato, costruiti con i soggetti economici del territorio nelle aree strategiche individuate dal nuovo Programma di Governo regionale. Il programma è lo strumento di attuazione delle iniziative di cooperazione che trova le sue basi nella Legge Regionale n. 19 del 2000.
Il documento definisce gli obiettivi e le priorità da perseguire nell’arco temporale della programmazione, così come indicato dall’art. 1, comma 2 della suddetta Legge e in sinergia con le priorità espresse nelle Linee di indirizzo della Direzione centrale Salute e Protezione Sociale. Nella sua definizione si è tenuto conto della normativa comunitaria che con il Trattato di Lisbona del 2007 ha introdotto una base giuridica specifica per la cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario. Si è tenuto altresì conto sia delle linee di indirizzo della cooperazione allo sviluppo 2009-2011 elaborate dal Ministero Affari Esteri italiano che della Legge 49 del 1987 e successive modifiche.
Partendo dalle tre dimensioni attribuite alla politica di cooperazione della Regione (cooperazione internazionale, cooperazione allo sviluppo e aiuti d’emergenza, di competenza della Direzione regionale della Protezione Civile, come disciplinato all’art.3 della L.R. 19/2000) l’orientamento strategico mirerà a perseguire alcuni obiettivi specifici:
- prevenzione delle disparità economiche;
- ridistribuzione globale delle risorse;
- supporto allo sviluppo sostenibile.
Sono stati, inoltre, individuati alcuni settori e Paesi ritenuti prioritari, ridotti rispetto al passato, per un’azione più efficace dove le competenze e le esperienze della cooperazione possano dare un valore aggiunto. Sempre allo stesso scopo sono state declinate due modalità di accesso ai finanziamenti che sottintendono la natura degli obiettivi:
- Interventi di cooperazione internazionale: iniziative dirette dell’Amministrazione regionale e finanziamento di progetti presentati a sportello entro il 30 ottobre di ogni anno;
- Interventi a bando di cooperazione allo sviluppo: finanziamento di progetti presentati a bando con scadenza annuale (da determinarsi con deliberazione della Giunta Regionale).
Per una loro organicità e più sicura coerenza le logiche strategiche dovranno puntare, piuttosto che sul finanziamento di singoli progetti, su un approccio che miri alla complementarietà con le politiche delle altre Regioni, dello Stato e dell’Unione Europea e riduca i rischi di frammentazione delle iniziative e di dispersione delle risorse. L’obiettivo non è sostenere molti progetti isolati ma promuovere processi di dialogo e di messa in rete di iniziative tra i diversi attori, articolando gli interventi a diversi livelli (locale, regionale, nazionale).
In particolare gli interventi di cooperazione internazionale riguarderanno due diverse tipologie di finanziamento:
- Promozione e/o sostegno a progetti volti a implementare il processo di internazionalizzazione del sistema regionale di particolare interesse per l’amministrazione Regionale;
- compartecipazione a programmi di natura nazionale, comunitaria o di organismi internazionali.
Gli interventi di cooperazione allo sviluppo, invece saranno declinati in due specifiche modalità di intervento:
- Bando per Progetti quadro;
- Bando per Micro progetti;
L’obiettivo che ci si pone con questa suddivisione, oltre alla ricerca di maggior efficacia delle azioni, è quello di spingere i soggetti del territorio verso un’aggregazione che permetta loro di poter accedere a fonti diversificate come i fondi comunitari o di altri organismi internazionali (progetti quadro).
Regole metodologiche
In analogia ai processi innovativi sperimentati dalle politiche strutturali appare oggi opportuno spingere affinché la cooperazione decentrata determini sia nuove relazioni tra centro e periferia che tra aree sviluppate e marginali. Il processo di cambiamento deve porsi l’obiettivo di costruire, all’interno dei territori, la consapevolezza che il suo protagonismo non può andare a discapito nè dell’efficienza della spesa né dell’efficacia degli interventi. Per questo appare indispensabile cercare di favorire le opportunità di sviluppo dei Paesi partner attraverso lo stimolo di processi di coesione sociale che coinvolgano anche gli attori economici attraverso la promozione di un coordinamento multilivello sia orizzontale che verticale in una logica di reciprocità e a favore non tanto dell’interesse individuale quanto di quello collettivo. Per questo sarà richiesto un forte coinvolgimento, sin dalla fase di ideazione del progetto, di almeno un partner locale. Sarà, inoltre, indispensabile dare enfasi al rispetto e alla valorizzazione degli aspetti culturali e delle tradizioni locali.
Per fronteggiare queste sfide nascenti appare dunque logico avviare un processo innovativo delle politiche di cooperazione in grado di mettere in atto nuove relazioni tra centro e periferia e che coinvolga oltre ai soggetti tradizionali anche alcuni soggetti strategici che faticano ad entrare o ad essere accolti come attori della cooperazione, tra questi spiccano le associazioni di imprenditori, le associazioni di professionisti, i parchi industriali, i parchi scientifici, le agenzie di sviluppo, i Comuni, le Province e gli altri enti locali, oltre alle Associazioni dei nostri emigrati e degli immigrati nel nostro territorio.
Si tratta dunque di dare un forte impulso all’attuazione di un percorso di educazione allo sviluppo.
Le politiche di cooperazione devono diventare una componente fondamentale della politica internazionale e della politica interna della Regione in quanto capaci di porre in relazione tra loro sistemi socio-economici asimmetrici, oltre che territorialmente distanti, e di gestire meglio problemi di interesse comune, potenziando il reciproco sviluppo locale attraverso l’attivazione di reti locali.
Interventi di cooperazione internazionale
Le iniziative di cooperazione internazionale mirano a favorire i processi di sviluppo economico, il rafforzamento istituzionale, la democratizzazione ed i processi di acquisizione dell’acquis comunitario.
Aree geografiche prioritarie di intervento
In linea con il documento sulle politiche internazionali del Presidente della Giunta e il documento di indirizzo espresso dal Consiglio regionale le priorità geografiche per questa tipologia di interventi sono in particolare:
BALCANI ED EST EUROPA
I Balcani sono un’area di primaria importanza per l’Italia ed in particolare per il Friuli Venezia Giulia dal punto di vista politico ed economico. I paesi interessati saranno la Serbia, la Croazia, il Montenegro, l’Albania, il Kosovo, la Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e la Bosnia. In questo contesto in linea con un’azione già avviata nei paesi, che stanno perseguendo un iter di integrazione nell’Unione europea, sarà assicurato anche un sostegno a specifici programmi di assistenza tecnica mirati alla, crescita delle capacità istituzionali necessarie per accedere ai fondi di pre-adesione (IPA).
Nell’ambito dei Paesi dell’Est Europa saranno considerate la Bielorussia, relativamente agli interventi consolidati di carattere sociale e gli altri Paesi del Caucaso individuati come ambito di intervento dalla cooperazione italiana nel prossimo triennio e precisamente: Georgia , Moldova e Ucraina paesi di origine di rilevanti flussi migratori.
BACINO SUD DEL MEDITERRANEO E MEDIORIENTALE (IN PARTICOLARE ISRAELE, MAROCCO, EGITTO, GIORDANIA, SIRIA E TUNISIA, LIBANO)
La politica verso il bacino sud del Mediterraneo e del Medio oriente è orientata a consolidare il ruolo del Friuli Venezia Giulia quale punto terminale più a nord del Mediterraneo e a sostenere le iniziative atte a sviluppare le relazioni in atto, a valorizzare le affinità culturali e promuovere azioni atte a favorire la stabilità dell’area. Gli interventi, pertanto, rientreranno in particolare nei seguenti settori: agricoltura e sicurezza alimentare, ambiente e territorio, sanità, sostegno alle micro, piccole e medie imprese, governance e società civile, sempre con particolare attenzione alle risorse idriche, alla valorizzazione del patrimonio culturale e alla formazione
In questo contesto potrà essere programmata nell’ambito della valenza di questo piano un ulteriore attuazione della Conferenza Euromediterranea.
AREA ASIATICA
In quest’ambito si individuano i seguenti Paesi: Vietnam a seguito dell’adesione del paese all’Omc e della possibilità di sinergie con le iniziative della cooperazione italiana sostenute dalla recente approvazione di un pacchetto di crediti d’aiuto;
l’India in considerazione del dinamismo economico e della presenza migratoria nella nostra Regione di popolazione povera proveniente da questi Paesi.AMERICA LATINA (IN PARTICOLARE BRASILE E ARGENTINA)
Saranno considerati con particolare attenzione quei progetti che incidono sul consolidamento dello sviluppo locale, sull’implementazione dell’interscambio reciproco, e che prevedono il coinvolgimento delle comunità dei corregionali presenti in quest’area. In ragione degli indici di sviluppo raggiunti dai paesi del Cono Sud e dei rilevanti volumi finanziari attivati negli anni della crisi economica, la cooperazione sarà incentrata al consolidamento delle iniziative avviate nei due paesi.
Aree tematiche prioritarie di intervento
L’impegno assunto dal Governo regionale prevede uno sforzo per ridurre la frammentazione dell’aiuto e la massimizzazione del valore aggiunto delle risorse stanziate.
Tali indicazioni permettono di individuare un numero limitato di obiettivi che saranno strettamente legati agli ambiti di intervento preferenziali della cooperazione internazionale:
- sostegno al dialogo politico e sociale, al decentramento politico e amministrativo;
- governo del territorio, inclusa la pianificazione e gestione dei servizi al territorio e la promozione dei processi di democrazia partecipativa;
- sostegno alle iniziative di sviluppo locale finalizzate alla coesione sociale, alla creazione di ambienti favorevoli alla crescita di forme associative di tipo cooperativistico e di micro, piccole e medie imprese e alla promozione di sistemi creditizi equi e sostenibili oltre al rafforzamento delle Agenzie di sviluppo e dei parchi tecnologici;
- il sostegno alle politiche di tutela del patrimonio ambientale e culturale;
- la creazione di centri di formazione professionale e specialistica per la crescita dell’occupazione.
Soggetti promotori
I progetti possono venire promossi direttamente dall’Amministrazione regionale o da altri soggetti del territorio quali: le agenzie di sviluppo, le Associazioni degli imprenditori, il sistema camerale , le Università e loro Consorzi, i Parchi scientifici e tecnologici, gli Enti locali, la società civile organizzata (organizzazioni sociali, Ong, associazioni di produttori, ecc.).
Strategie e modalità di intervento
Le progettualità, pur rientrando nelle finalità delle linee di indirizzo della programmazione, saranno individuate direttamente dall’Amministrazione Regionale e realizzate dai soggetti eleggibili.
Finalità essenziale della programmazione è quella di favorire progettualità in grado di coordinarsi con altri progetti promossi da altre Regioni, dallo Stato e dall’Unione Europea.
In questo contesto saranno considerate anche le iniziative promosse dal Consiglio d’Europa, attraverso la rete delle Agenzie per la Democrazia Locale finalizzate a favorire la stabilizzazione e la convivenza nelle aree di tensione interetnica.
Una quota dello stanziamento annuale sarà, infatti, dedicato a co-finanziare progetti che ricerchino canali di finanziamento alternativi come quello Statale, comunitario e degli organismi internazionali: le cosiddette azioni dirette.
Si ritiene di fondamentale importanza incentivare i soggetti del territorio ad accedere autonomamente ai finanziamenti della cooperazione internazionale del Ministero Affari Esteri e della Commissione europea. In particolare la programmazione comunitaria per il periodo 2007-2013 ha adottato un pacchetto di strumenti che riguardano sia la cooperazione territoriale (strumento di vicinato e di preadesione) che la cooperazione decentralizzata (DCIEI) oltre al Fondo Europeo per lo Sviluppo.
Finanziamento delle iniziative
Gli interventi trovano la fonte finanziaria nel capitolo 791 che stanzia annualmente gli importi destinati alla cooperazione. Oltre alle iniziative dirette dell’Amministrazione regionale il fondo potrà pertanto prevedere l’assegnazione di contributi che avverrà tramite selezione delle progettualità presentate a sportello con scadenza il 30 ottobre di ogni anno.
Nella scelta degli interventi e dei soggetti la Regione terrà conto, oltre alla coerenza con gli obiettivi e con le priorità strategiche, dei seguenti elementi:
-  progetti che coinvlgono un più ampio partenariato regionale;
-  progetti volti a supportare il processo di internazionalizzazione del sistema regionale di particolare interesse per l’amministrazione Regionale;
- esperienza maturata dai soggetti proponenti e capacità di gestione operativa e amministrativa di progetti di cooperazione territoriale;
-  ricaduta e sostenibilità nel tempo dell’attività proposta,
- Â livello di co-finanziamento,
- livello di compartecipazione e adesione a programmi di natura nazionale, comunitaria o di organismi internazionali.Â
Le iniziative definite di particolare interesse da parte dell’amministrazione Regionale saranno finanziate fino all’80% del loro costo totale.
Durata del progetto
La durata del progetto non potrà superare i tre anni.
Interventi a bando di cooperazione allo sviluppo
 Si tratta di iniziative, ai sensi di quanto espresso nell’art. 1 della L.R. n.19/2000, volte a ridurre le tensioni sociali permanenti e i conflitti per favorire equilibri sociali e politici così come la costruzione di regole o patti sociali ampi e duraturi, con particolare attenzione ai diritti umani.
Esso sono distinti in due tipologie d’intervento:Â
- Progetti quadro a carattere  strategiciÂ
- Progetti micro o standardÂ
 Aree geografiche prioritarie di interventoÂ
Sono ammesse al finanziamento azioni rivolte a tutti i Paesi in Via di Sviluppo; sarà riservata una particolare attenzione alle Aree ritenute di interesse strategico quali il Mediterraneo e il Medio Oriente i Balcani e L’Europa Orientale nonché le aree di maggior concentrazione delle comunità dei corregionali.
 Aree tematiche prioritarie di intervento
 Per i progetti quadro si privilegeranno le seguenti aree tematiche:
-  Sviluppo locale, micro impresa e coesione sociale (recupero e valorizzazione di sistemi produttivi, di produzioni agricole di qualità , tutela della biodiversità ,
- promozione  della partecipazione delle comunità locali ai processi di sviluppo);
- Tutela e valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali;
- Istruzione ,  rafforzamento della conoscenza e delle relazioni interculturali ;
 Rafforzamento istituzionale
 Per i micro progetti saranno privilegiate le seguenti aree tematiche prioritarie:
- Salute materno infantile;
- Sradicamento della povertà estrema e della fame;
- Lotta alle malattie (HIV/AIDS, malaria ed altre malattie)
- Sicurezza alimentare e sviluppo degli ambienti rurali;
- Parità tra i sessi e tutela dei gruppi vulnerabili.
- Azioni rivolte a favorire la partecipazione democratica, il dialogo e la civile convivenza.
 Soggetti promotori
 In base alla L.R. 19 del 2000 sono riconosciuti come soggetti promotori organizzazioni regionali di comprovata esperienza (almeno un anno di attività realizzate nei Paesi Terzi):
Enti locali; Istituzioni pubbliche e private; Università e loro Consorzi ; Organizzazioni non governative ed associazioni di volontariato; Onlus; Organizzazioni imprenditoriali e sindacali; Associazioni di corregionali all’estero; Associazioni di immigrati;
 Strategie e modalità di interventoÂ
Il programma pluriennale, con riferimento agli interventi a bando di cooperazione allo sviluppo, prevede una duplice modalità di accesso ai finanziamenti:
-   per i progetti-quadro si richiede di soddisfare l’esigenza di un coinvolgimento di almeno 2 soggetti presenti sia sul territorio regionale che su quello dei paesi partner;Â
- i micro-progetti possono essere presentati da singoli proponenti con almeno un partner dei territori beneficiari dell’intervento.
 La necessità per i progetti quadro di un più elevato coinvolgimento di partner si giustifica per la complessità delle tematiche e dell’ampiezza delle aree di intervento.
Finanziamento delle iniziative
Gli interventi trovano fonte finanziaria nel capitolo 731 che stanzia annualmente gli importi destinati alla cooperazione allo sviluppo. L’assegnazione dei contributi avverrà a seguito della partecipazione ai bandi regionali, regolati in base all’art. 4 della lr. 19/00 e relative deliberazioni della Giunta regionale. progetti-quadro dovranno avere una dimensione finanziaria minima di 100.000 Euro e massima di 150.000 Euro. Il contributo regionale potrà arrivare fino all’80% del costo complessivo del progetto. I micro-progetti non potranno superare la dimensione di 50.000 Euro. Il cofinanziamento regionale non supererà il 60% del singolo costo complessivo.Â
Durata del progetto
 La durata dei progetti-quadro non potrà essere inferiore ad un anno e superiore a tre anni. La durata dei micro-progetti non dovrà essere superiore ad un anno.Â
Con deliberazione della Giunta regionale verranno approvati i criteri di selezione delle proposte, le scadenze dei bandi, nonché le modalità di presentazione dei progetti, oltre che ogni ulteriore modalità tecnica di erogazione dei fondi e rendicontazione delle spese, così come previsto dall’ art. 4 della L.R.19/00;
 Sistema informativo della cooperazione allo sviluppo e delle attività internazionali.
 Sarà cura del Servizio mantenere, tramite una pagina web distinta in due sezioni (“cooperazione internazionaleâ€; “cooperazione decentrataâ€), un sistema aggiornato di informazione su tutte le attività di cooperazione in corso, garantendo l’accesso per tutte le associazioni coinvolte ad un database dei progetti in corso e attuati nelle passate gestioni, nonché alla documentazione relativa alla presentazione di proposte progettuali. Inoltre è a disposizione dell’utenza una sezione “link†di accesso alle attività in atto a livello di cooperazione attuata da Regioni italiane, dal MAE e da altri Organismi internazionali, come previsto dall’art. 7 della L.R. 19/2000.