Mentre il nostro “governo del cambiamento” e la politica in generale ha fatto dell’immigrazione il perno di tutta la sua propaganda, l’Africa inesorabilmente, se l’Europa non cambia la sua politica, sta spostando il suo asse e il suo riferimento verso la Cina liberandosi del neo-colonialismo europeo e francese soprattutto. Si è concluso ieri a Pechino il Forum Cina-Africa a cui hanno partecipato 53 dei 54 paesi africani. Mancava il Regno di eSwatini-già Swaziland- in quanto mantiene relazioni diplomatiche con Taiwan.
Ancora una volta la Cina si impegna questa volta ad investire 60 miliardi di dollari, circa 52 miliardi di euro. Di questi 15 miliardi sono prestiti senza interessi, 20 per linee di credito, 10 per fondi di finanziamento per progetti di sviluppo sostenibile, 5 per sostenere le esportazioni africane.
Questo potrebbe essere un vero piano di “aiutiamoli a casa loro”, ci vorrebbe il pragmatismo dei cinesi , contro la con la lentezza delle cancellerie europee, per mantenere le giuste e profittevoli relazioni con il continente africano. I 44 miliardi di euro da mobilitare con il settore privato, partendo dalla dotazione iniziale di 3,3 miliardi di fondi messi a disposizione dalla UE, non hanno ancora prodotto risultati degni di nota.
Quando si dice aiutiamoli a casa loro, bisogna avere il senso delle proporzioni!
Il Forum Cina-Africa è stato creato nell’anno 2000, diventando un’ enorme per il continente africano. Attraverso questa finestra, la Cina ha progressivamente espanso la sua penetrazione dapprima economica, diventando la prima potenza per investimenti, ma ora anche militare. Dal 2000 al 2015 Pechino ha investito 94,4 miliardi di dollari, con un interscambio commerciale-dato 2015-di 188 miliardi di dollari. La Cina è presente in Africa con oltre 10.000 imprese, di cui il 90% private, che gestiscono il 12% della produzione industriale africana per un valore di 500 miliardi di dollari. Posizione più marcata poi nelle infrastrutture diventando di fatto leader nella realizzazione di strade, aeroporti, porti, linee ferroviarie.
Per saperne di più clicca qui