Anche se, ancora oggi in Africa, permangono regimi autoritari con presidenti che vogliono governare a vita, il consolidarsi della democrazia è e sarà inevitabile. Nel corso del 2010 sono undici i Paesi che andranno alle elezioni, ciò a dimostrazione che in Africa è in corso un processo di rinascita e di rinnovamento che dovrebbe essere sostenuto in modo più efficace da
parte della comunità internazionale.
Il Niger, divenuto indipendente dalla Francia nel 1960, ha fin qui avuto una storia turbolenta costellata da colpi di stato e ribellioni armate. Il presidente destituito dal colpo di stato, è Mamadou Tandja, eletto nel 1999 con il consenso di quasi tutte le forze politiche, aveva inaugurato una nuova stagione per il Paese, portandolo lentamente verso una società democratica.
Purtroppo questo cammino è stato interrotto anche perchè Tandja, dopo dieci anni al potere avrebbe dovuto lasciare nel dicembre scorso. Invece, pur di rimanere il sella, con un referendum, discutibile, nel mese di giugno, ha scardinato la costituzione per demolire i limiti del mandato presidenziale.
Questa decisione ha indubbiamente irritato i militari sempre presenti, e l’opposizione che imputa al Presidente la scarsa efficacia nella lotta alla povertà che la crisi alimentare recente ha ulteriormente accentuato.
Per ora il Colpo di Stato dei militari ha avuto vittime limitate, è stato chiuso lo spazio aereo, decretato il coprifuoco e inviato un messaggio alla popolazione di “mantenere la calma e restare unita attorno ai valori difesi dal Csdr
(Consiglio per il ripristino della democrazia, costituito dai militari golpisti), che intende fare del Niger un esempio di democrazia e buon governo”.
L’Unione Africana e l’ONU hanno espresso parole di condanna, come è d’abitudine in questi casi, chiedendo il ripristino dell’ordine costituzionale.
Seguiremo gli sviluppi di questo Paese, in fondo alle classifiche dello Sviluppo Umano, che non tocca e scardina nessun equilibrio internazionale.