nuove occasioni di vita e di relazioni. Spesso ci dimentichiamo che dietro la parola immigrato, utilizzata spesso per additare qualcuno di diverso e in genere qualcuno che delinque, c’è sempre una Persona e come tale va considerata e accolta. Le nostre società occidentali, che tanto si danno da fare per esportare i Diritti Umani, dovrebbero guardare a come oggi li applicano a questa diaspora dell’umanità che passa anche per l’Italia ed è costantemente mobile.
Ci vorrebbero anche i “diritti” per le persone che emigrano, non solo il diritto di asilo, oggi spesso disatteso, ma un diritto che tutte le persone portano con se che è quello della vita, della dignità e della speranza per un futuro migliore.
L’ultimo rapporto umano sullo sviluppo, elaborato dall’UNDP, è dedicato ai grandi processi migratori è intitolato in modo eloquente: Superare le barriere: la mobilità umana e lo sviluppo. Abbiamo tradotto un passo:
“La mobilità umana può essere estremamente efficace nell’accrescere il reddito di una persona, nonché le prospettive di salute e di istruzione. Ma il suo valore va oltre a questo: essere in grado di decidere dove vivere è un elemento fondamentale della libertà umana. Quando le persone si spostano, si imbarcano in un viaggio di speranza e di incertezza, sia all’interno che attraverso i confini internazionali. La maggior parte delle persone emigra sia in cerca di migliori opportunità, sperando di avere un matching tra il proprio talento con le necessità e risorse nel paese di desitinazione. L’aspirazione, ovviamente, è quella di poter beneficiare se stessi e i propri familiari, che spesso li accompagnano o li seguono. Se avranno successo, la loro iniziativa ed i loro sforzi premieranno anche coloro che sono rimasti a casa e la stessa società che hanno scelto come la loro nuova casa. Ma non tutti ci riescono. Molti migranti che lasciano gli amici e la famiglia, possono trovarsi ad affrontare situazioni di grave solitudine, possono sentirsi non accettati tra le persone che temono o risentono dei nuovi arrivati. Possono perdere il posto di lavoro o ammalarsi e non essere in grado di accedere ai servizi di supporto di cui hanno bisogno al fine di prosperare.
Sono circa 740 i milioni di persone nel mondo sono migranti interni, quattro volte quelli che si sono trasferiti a livello internazionale.Tra le persone che hanno varcato le frontiere nazionali, solo poco più di un terzo si è spostato da un’area povera ad un Paese sviluppato, meno di 70 milioni. La maggior parte dei 200 milioni di migranti internazionali, si è spostato da un paese in via di sviluppo ad un altro o tra paesi sviluppati.
Il fenomeno come evidenziano i dati è planetario, non solo occidentale, non solo italiano. Faremmo molto meglio a confrontarci e a convivere questa dimensione perché con le nostre politiche, con le nostre leggi repressive, con rendere la vista difficile a queste persone, non si va da nessuna parte. Una politica di pace, di accoglienza, di reciproco rispetto e di giustizia. Questi dovrebbero essere i principi ispiratori che una saggia politica dovrebbe potere tradurre in scelte e decisioni.