In Africa e in Mozambico in particolare, i cambiamenti connessi al processo di globalizzazione, i conflitti armati, gli aggiustamenti strutturali , l’urbanizzazione, i disastri naturali come siccità e inondazioni, la pandemia HIV/AIDS hanno influenzato negativamente le reti di solidarietà sociali e tradizionali, come la famiglia e la comunità, nella protezione della persona anziana e dell’infanzia. La differenza tra questi due gruppi sociali è che : il secondo gruppo, cioè l’infanzia è sempre oggetto di attenzione, di politiche di assistenza sociale, di aiuti internazionali di progetti e di campagne di sostegno a distanza. Il primo gruppo, l’anziano, il vecchio è quasi sempre lasciato a se stesso. Se consideriamo poi la composizione delle classi d’età vediamo come gli anziani, in questa zona d’Africa, siano pochi circa il 5% della popolazione mentre i giovani sotto i 15 anni rappresentano il 40% della popolazione. Il che significa che le risorse, i progetti, il sostegno è rivolto quasi esclusivamente alla popolazione giovane.
Non ci sono politiche specifiche di aiuti e sostegni, o meglio esistono sulla carta, mancano le risorse per garantire alla persona anziana una vita dignitosa, una vita socialmente utile. Spesso l’anziano è vittima di superstizioni, di tradizioni locali a volte disumane. Infatti la violenza sugli anziani in Mozambico, come in altre stati africani, è in aumento. Gli anziani sono sempre più spesso un vinicolo, un peso per i più giovani che cercano di sfuggire dalla povertà delle campagne migrando nelle città. La pandemia dell’AIDS ha complicato ulteriormente la convivenza civile delle comunità , delle famiglie allargate.
In questi anni anche in Mozambico sono apparse nuove e spontanee aggregazioni sociali. Si parla già di gruppi sociali a se, rappresentati da bambini che diventano capi famiglia, comunità di bambini e bambine che vivono nei centri di accoglienza, bambini che vivono e scelgono la strada. Dall’altra parte anche la terza età, in aumento in tutta l’Africa, cambia . Le persone più anziane, che si trovano senza reti di protezione ne famigliari ne sociali, nonni e nonne che ri-diventano genitori e produttori. Persone che devono di nuovo scendere in campo per procurarsi da vivere, allevare i nipoti o altri bambini della comunità, lottare per la sopravvivenza.
Le cose da fare
a) Il riconoscimento di identità (carta dì identità), indispensabile per accedere ai scarsi “benefici” della rete di protezione sociale statale. Costo dell’attività per 85 anziani 500,00 euro
b) Distribuzione di reti zanzariere pretrattate per prevenire la malaria.
120 kit dal costo di 8,00 (960,00 euro)
c) Incontri dedicati ai diritti elementari della persona anziana. L’accesso ai benefici della legge sulla protezione sociale dell’anziano e del bambino, è nella maggioranza dei casi sconosciuta. Costo dell’attività (3 persone x 30 gg di lavoro+materiale didattico) 1000,00 euro
d) Organizzazione di un servizio di assistenza sanitaria “domiciliare” basato sul volontariato sociale. Costo dell’attività (formazione di base per 10 giovani 900,00 euro)
e) La realizzazione del cantiere pilota Un Tetto per Tutti per la costruzione del centro di accoglienza aperto costituito inizialmente da 4 moduli abitativi (costo unitario 5.500,00 euro).
f) Una rete di cinque pozzi per l’acqua al fine di evitare lunghi trasferimenti a piedi per accedere all’acqua potabile. Costo del progetto per la realizzazione dei pozzi : 8.500; costruzione di latrine migliorate (costo unitario 800,00 euro).
Recupero del ruolo dell’anziano nella comunità locale.
L’anziano come “tutor” comunitario per quelle famiglie fatte di bambini, di giovani che diventano adulti troppo presto. Ridare ruolo e valore all’anziano, alla terza età. Recuperare in questo modo anche la sua dignità, il suo ruolo sociale. Creare anche quelle condizioni quei supporti sociali ed economici necessari per garantire una vita “normale” . Attivare una solidarietà “produttiva” per garantire il suo ruolo di “tutor” all’interno della famiglia allargata di riferimento.
A seguire, attraverso il centro di formazione professionale, attivo nella scuola secondaria di Mabilibili, località vicina alla comunità di Mudada-Mudissa, verrà organizzato un cantiere mobile con volontari e studenti, che avrà il compito di riparare le capanne fatiscenti e costruire latrine migliorate, per i gruppi e le famiglie che vivono nel territorio della comunità. Esigenza questa segnalata nella fase di “censimento” iniziale.
TimeForAfrica per questo progetto si avvale nel territorio locale di un gruppo di animatori sociali, formati direttamente dall’associazione, con la partecipazione dei tecnici dell’Azione Sociale locale. Della parrocchia di Bela Vista, del governo tradizionale locale, determinante per avere un accesso efficace nel territorio.
oltre alle scuole,ospedali, case che costruite, anche delle strutture per anziani che vivono soli ora mai
Il progetto prevede la costruzione di un centro di accoglienza aperto utilizzando tecniche di costruzione a basso costo con l’uso innovativo dei materiali locali.