Le elezioni sudafricane del 29 maggio 2024 rappresentano il superamento dell’eredità di Mandela. La ANC (African National Congress), perde la maggioranza assoluta dei voti e scende al 40,18% (-17% rispetto alle precedenti elezioni). Sale di poco il partito dell’Alleanza Democratica 21.81% (+1%). Sorpresa per il nuovo partito messo in piedi dal percedente presidente Jacob Zuma già indagato per corruzione, stupro, frode e riciclaggio di denaro, costretto alle dimissioni dalle manifestazioni di piazza nel 2018. L’esplosivo leader Julius Malema del partito EFF (Economic Freedom Fighters), già presidente dei giovani dell’ANC, si è fermato al 9.52% (-1,3%). I votanti sono stati 16 milioni pari al 58,64% con un meno 7,3% rispetto alle elezioni precedenti.
Dopo 35 anni al potere, l’African Nationa Congress perde la maggioranza assoluta e sia vvia, per la prima volta a costruire un governo di coalizione entro 14 giorni dalla pubblicazione dei risultati. I colloqui non saranno facili, soprattutto con il partito populista dell’ex presidente Zuma, diventato a sorpresa il terzo partito sudafricano.
Si parla anche della possibilità di un governo di unità nazionale (GNU), simile a quello creato nel 1994. All’epoca si puntava più sull’unità del paese, poiché l’ANC aveva ottenuto la maggioranza. La storia del Sudafrica in termini di performance dei governi di coalizione a livello locale è stata spesso litigiosa e instabile, e i leader dei partiti politici dovranno dimostrare lo stesso livello di saggezza del 1994, mentre fanno avanzare il paese verso un territorio inesplorato.
L’attesa è finita e la gente ha votato per il cambiamento. Mentre i sudafricani assorbono la nascita di una nuova era nella politica nazionale e il sole tramonta sul dominio dell’ANC, è comprensibile che l’entusiasmo generato sarà sostituito dall’incertezza man mano che si svolgeranno i complessi negoziati di coalizione.