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Elezioni africane: alla ricerca del miglior candidato

anc vote

La tornata elettorale del 2016 in Africa, rilancia la questione del “miglior candidato”.  Un problema questo per tutta la politica e gli uomini alla ricerca del “potere” sia in Africa che in Europa e, ovviamente in Italia. Quale miglior candidato scegliere per gestire in modo efficace e utile  il potere di cui verrà investito. sarebbe utile e necessario un vero dibattito, un confronto tra partiti ed elettori. Per questo abbiamo liberamente tradotto l’articolo del camerunese   Yann Gwet  di  Le Monde.

Quello che scrive non è soltanto una questione africana.

Le elezioni africane strumento di legittimazione dell’assurdo?
L’Africa ha bisogno di grandi nomi
 

Nel corso del 2016 nel continente africano sono previste sedici elezioni presidenziali. Già realizzate quelle dell’Africa Centrale e dell’Uganda (Museveni è stato eletto per la quinta volta consecutiva), ma dobbiamo anche considerare che la via africana alla democrazia è differente da quella delle democrazie occidentali anche se in  quest’ultime il tasso di disaffezione è in costante crescita. Per molti dei cittadini africani il voto è una sorta di transazione di mercato. Spesso la gente considera le migliori offerte, per alcuni elezioni significa veicolare il primato dell’etnia , solo per una ristretta  minoranza l’elezione, il voto,  è una questione di scelta razionale. Ed e’ questa minoranza che costituisce l’avanguardia di quella che vuole essere la democrazia africana per eleggere il miglior candidato.

Eleggere il miglior candidato non è facile, in termini assoluti il “miglior” candidato non esiste. Certo le buone qualità sono necessarie per esercitare il potere in modo autorevole e per l’interesse dei cittadini – queste cose valgono anche per le democrazie europee- un candidato è buono perché le sue qualità personali sono tali da soddisfare le particolari circostanze di un popolo in un determinato momento della sua storia.

Stati inefficienti e società frammentate

elezioni in africa Nonostante le differenze importanti, i cittadini dei vari paesi africani devono affrontare problemi fondamentali e simili tra di loro, il che complica ulteriormente le loro scelte: stati inefficaci (non è necessariamente una prerogativa africana), società frammentate lungo linee etniche o religiose, spesso sovranità relative, grandi sacche di povertà …

Se questi problemi strutturali non verranno risolti, la disillusione dei cittadini nei confronti del “loro miglior candidato” sarà grande. Il candidato ideale  per questo lavoro “superiore” , per affrontare questi problemi deve avere con se almeno tre caratteristiche:

Intelligenza strategica: molti paesi africani dipendono dall’ aiuto esterno . pertanto il candidato dovrà creare   spazi di libertà,  e per farlo deve gestire con rigore le finanze pubbliche e analizzare finemente l’equilibrio dei poteri e dei meccanismi di influenza sulla scena mondiale. Anche se il suo margine sarà ridotto, con l’identificazione di una linea da seguire potrà sicuramente ricavarsi gli spazi  necessari  per ampliare la libertà d’azione.

Carattere: il candidato deve essere un costruttore in grado di riunire le anime di una nazione, e non un manager. Deve costruire uno stato funzionante, fare emergere la coscienza nazionale, stabilire una cultura del diritto, mantenere stabilità e ordine. Per fare questo bisogna assumere decisioni che possono andare anche contro certi gruppi di potere. Deve saper mantenere la mano ferma anche di fronte alle critiche che a volte sono costruttive e utili, ma il più delle volte sono pretestuose e rispondenti a forze di contropotere.

Umiltà:  il suffragio universale ha di nobile il fatto che devi eleggere una persona, la migliore, possibilmente. Ogni individuo porta con sé stima, amor proprio, la volontà di trasformare in meglio la vita delle persone. Ma allo stesso tempo gli individui  possono nascondere  sotto una pioggia di parole che suonano bene ma che non dicono nulla, istinti vili e ambizione che potrà portarli a ricoprire cariche di potere ma che difficilmente riusciranno a migliorare la vita delle persone

La storia africana testimonia davvero che è difficile riformare radicalmente un paese. Quindi questa tornata di elezioni, questa sfida chiama gli uomini per una missione per i quali il potere non è il Supporters cheer Zimbabwe's President Robert Mugabe during celebrations to mark the country's Defence Forces Day in the capital Harare, August 13, 2013. Mugabe told critics of his re-election to "go hang" on Monday, making clear he would brook no questioning of his disputed victory either from the West or his main rival, who is challenging the result in court. REUTERS/Philimon Bulawayo (ZIMBABWE - Tags: POLITICS ELECTIONS MILITARY) - RTX12JP9risultato di una ricerca, ma un vincolo necessario: il richiamo irresistibile della storia. La responsabilità dei cittadini africani non è solo quella di votare, ma anche quella di mettere in discussione l’utilità del suffragio universale quando uno stato non controlla il proprio territorio, non ha una sua moneta,  non ha un esercito autonomo…in questo caso il voto è l’esercizio della sovranità del cittadino o l’atto di un gioco?  Quando gli avversari sono delle pose e che lo Stato è di proprietà dei governanti, il voto è uno strumento, un meccanismo di  cambiamento o di legittimazione dell’assurdo?.

Forse sono questi i problemi che i cittadini africani dovrebbero parlare, affrontare. Il  “dovere civico” del voto è solo un requisito…

Per approfondire Africa elezione 2016

 
 

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