Via Romeo Battistig, 48 - Udine (UD)

Elezioni 2007 in Kenya. I responsabili delle violenze.

I Kenioti vogliono sia fatta giustizia. Vogliono sapere i nomi dei responsabili dei crimini che hanno insanguinato diverse zone del paese, in seguito ai controversi risultati elettorali dello scorso dicembre. Lo ha rivelato qualche giorno fa un sondaggio condotto dalla Steadman, dove risulta che il 75% della popolazione, urbana e rurale, desidera sapere chi teneva le fila degli scontri che hanno portato alla morte di oltre mille persone e a più di 300 mila sfollati.

I nomi sono stati scritti, ma sono ancora sigillati in una busta, nelle mani di Kofi Annan, mediatore nella crisi elettorale che, infine, era stata risolta con l’istituzione di un Governo di Unità Nazionale, dove oggi i due candidati, Mwai Kibaki e Raila Odinga, ricoprono l’uno le cariche di Presidente e Capo di Gabinetto, l’altro quella di Primo Ministro.

A compilare la lista dei nomi è stato il giudice Philip Waki, autore di un dettagliato rapporto che indaga su quanto è successo in seguito alle elezioni del 27 dicembre, con le quali Kibaki, Presidente uscente è stato proclamato vincitore, nonostante l’accusa di brogli da parte dell’opposizione. Gli scontri erano scoppiati all’annuncio del risultato della Commissione elettorale, arrivato con sospetto ritardo, per poi proseguire durante tutto il mese di gennaio.  I sostenitori degli schieramenti politici si erano divisi per lo più sulla base dell’appartenenza etnica, elemento che ha connotato anche gli scontri, alimentati non solo da vecchie rivalità tra i vari gruppi, ma anche da una crescente povertà e disuguaglianza tra i ricchi e i poveri del paese. A incoraggiare le violenze è stato anche il clima di impunità generalizzata, che aveva impedito di fare chiarezza su precedenti crimini, a partire da quelli commessi a margine delle elezioni del 1992.

E’ proprio all’impunità che il Rapporto Waki vuole mettere fine. Infatti, esso prevede l’istituzione di un Tribunale speciale, incaricato di processare i presunti artefici delle violenze postelettorali, le sue menti e i suoi esecutori. Se questo non avverrà entro il 17 dicembre, allora il Kenya tornerà a far parlare di sé, rischiando di compromettere la sua immagine a livello internazionale, che già l’anno scorso ha traballato vistosamente. Questo perché, se non sarà fatta giustizia a livello locale, la lista dei responsabili sarà consegnata alla Corte internazionale dell’Aja.

Sull’implementazione del rapporto, il mondo politico keniota si è diviso, poiché sembrerebbe che nella busta ci siano anche i nomi di sei ministri e di cinque parlamentari. Nell’ODM di Odinga, William Ruto, ministro dell’Agricoltura, accusato da alcuni esponenti del PNU di aver finanziato le rappresaglie nella Rift Valley, inizialmente si era opposto alle raccomandazioni del rapporto, ritenendolo “di parte�. In seguito, il ministro ha cambiato idea dimostrandosi favorevole all’istituzione del Tribunale. Anche nel PNU di Kibaki e di Uhuru Kenyatta, Vice Primo ministro, ci sono diverse posizioni. Per il momento la questione è sul tavolo di un Comitato in cui siedono ministri di entrambi gli schieramenti, inclusi il Presidente, il Primo Ministro e lo stesso Ruto.

Altra importante raccomandazione contenuta nel rapporto è la riforma delle forze di polizia, che si chiede agiscano in piena indipendenza dal Governo. Stando alle indagini di Waki, i poliziotti oltre ad aver fallito nel preservare l’ordine pubblico, avrebbero anche una responsabilità diretta nei soprusi: si imputa loro, infatti, l’uccisione di 405 persone, tra cui anche bambini, e stupri di numerose donne.

Se le sorti del rapporto Waki sono ancora incerte, intanto si è deciso di dare attuazione a un secondo documento, il rapporto Kriegler, che si concentra, invece, sulle anomalie del processo elettorale, per capire cosa è andato storto. Tra le raccomandazioni di Kriegler c’è la riforma della Commissione elettorale (ECK), sulla cui indipendenza, dopo le elezioni del 2007, pesano forti dubbi. 

d.b.

Lascia un commento

Preferenze Privacy
Quando visiti il ​​nostro sito Web, può memorizzare informazioni attraverso il tuo browser da servizi specifici, di solito sotto forma di cookie. Qui puoi cambiare le tue preferenze sulla privacy. Si noti che il blocco di alcuni tipi di cookie può influire sulla tua esperienza sul nostro sito Web e sui servizi che offriamo.
DONA ORA