I leader del continente si sono impegnati a unire le loro voci contro i cambiamenti climatici.
Nella giornata di martedì 10 dicembre una delegazione di scienziati e tecnici del Ghana,dopo una estenuante giornata di incontri e tavole rotonde dedicate al continente africano, è stata fotografata accanto alle lettere verdi COP25, una scenografia che chiama alla fotografia di gruppo. Contemporaneamente nell’altro padiglione vari attori pronunciavano i loro discorsi, vicino a questi, nell’ufficio della Costa d’Avorio, un piccolo gruppo di persone partecipava alla presentazione della “Visione visione panafricana dell’azione per il clima” a cura dell’ONG Page Verte , che lavora nell’educazione ambientale ed ecologica in paesi come il Ciad , Congo, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Guinea e Benin.
L’Africa è il continente che contribuisce meno al riscaldamento globale, con il 4% delle emissioni globali (dati Nazioni Unite) , ma è quello che soffre di più delle conseguenze dei cambiamenti climatici con gravi periodi di siccità che devastano regioni come il Sahel o i rovinosi cicloni , come Idai , che hanno lasciato laddove sono passati, distruzione e morte nel Madagascar, nel Malawi, nello Zimbabwe e in Mozambico.
L’ultima e più recente immagine drammatica delle conseguenze dei cambiamenti climatici è stata la riduzione del flusso delle cascate Vittoria a una linea di galleggiamento . “L’Africa richiede che la conferenza di Madrid riconosca le esigenze e le circostanze speciali dei paesi africani”, ha dichiarato Barbara Creecy, ministro dell’Ambiente, dell’agricoltura e della pesca del Sudafrica e anche presidente della Conferenza dei ministri dell’Ambiente africano (AMCEN).
Nonostante la sua invisibilità, il discorso sulla necessità di porre l’Africa al centro dei negoziati è continuo: sabato scorso, il capo del gruppo africano di negoziatori, l’egiziano Mohamed Nasr, ha chiesto il riconoscimento delle circostanze speciali del continente di fronte ai cambiamenti climatici nell’ambito dell’accordo di Parigi (2015) . “Vogliamo che l’Africa sia autorizzata ad andare verso un modello di sviluppo sostenibile”, ha affermato. Dei 10 paesi al mondo più minacciati dalla crisi climatica, sette sono africani: Sierra Leone, Sud Sudan, Nigeria, Ciad, Etiopia, Repubblica centrafricana ed Eritrea; tutti scossi da recenti episodi di siccità, fame, desertificazione o inondazioni, secondo i dati della African Development Bank (AfDB).
Libera traduzione di TFA da articolo di Belen Hernandez di El Pais 11 dicembre