Il 2019 è e sarà un anno molto importante per lo sviluppo delle democrazie africane e per un loro possibile consolidamento e rinnovamento. Sono venti i Paesi che andranno alle urne per cambiare, probabilmente i volti ma non i governi.
Da poco conclusa la difficile tornata elettorale della Repubblica Democratica del Congo, è stata poi la volta della Nigeria, il colosso africano dai piedi democratici d’argilla, quindi il Senegal che ha confermato la vittoria di Macky Sall al primo turno con il 58% e con una buona affluenza di votanti (2/3). Certo dalla scena elettorale sono scomparsi per mano giudiziaria i due principali avversari, il sindaco di Dakar, il molto popolare Khalifa Sall e il figlio dell’ex presidente, Karim Wade. E’ stata, per così dire, premiata la retorica della continuità e stabilità politica, che sta portando il Senegal sulla strada consolidata della crescita economica attenta anche alle problematiche sociali.
In aprile sarà la volta dell’Algeria, attraversata ora da sostenute proteste per la ricandidatura del vecchio e obsoleto Abdelaziz Bouteflika, al quinto mandato presidenziale. A maggio il Sudafrica del post Mandela e della cattiva gestione di Jacop Zuma, sostituito nel mese di febbraio del 2018 da Cyril Ramaphosa, che ha l’incarico di rilanciare le politiche dell’ANC anche per ridurre le gravi disuguaglianze sociali ed economiche.
Anche la Tunisia andrà al voto nel dicembre di quest’anno. La situazione sociale ed economica non è delle migliori. Economia al palo con una forte inflazione genera il malcontento popolare anche per la forte disoccupazione. Il gesto drammatico compiuto dal giovane reporter Abderrazak Zorgui nel Natale del 2018, ha richiamato l’episodio, la miccia delle primavere arabe del 2010, di quando il fruttivendolo tunisino Mohamed Bouazizi si diede fuoco a Sidi Bouzid.
Tra ottobre e novembre sarà la volta della Namibia che dovrebbe riconfermare l’attuale presidente Haje Geingob. In ottobre anche in Mozambico, dopo la grave crisi del 2013 e la successiva morte del leader dell’opposizione Afonso Dlakama, la Frelimo dovrà riconfermare la sua indiscussa leadership attraverso la riconferma dell’attuale presidente Filipe Nyusi.
Botswana, Guinea-Bissau, il 21 maggio il Malawi, nel mese di giugno la Mauritania.