La mostra itinerante, già presentata in 20 città italiane, e attualmente esposta in piazza Venerio a Udine, ha subito una dura presa di posizione da parte del capo della Lega Nord contro la presenza della mostra a Pordenone, dove arriverà domani venerdì 10.
Non ci sono commenti, la presa di posizione del politico della Lega nord si commenta da sola. Ci limitiamo a pubblicare il comunicato stampa di Chiama l’Africa e del Cipsi, sperando che queste "sparate" siano il frutto dell’ignoranza derivante dalla non conoscenza dell’iniziativa.
Guido Barbera, presidente del Cipsi
– coordinamento di 46 associazioni di cooperazione internazionale – ed
Eugenio Melandri, coordinatore dell’associazione “Chiama l’Africa”,
organizzatori dell’evento “Persone-Africa” a Pordenone, hanno dichiarato:
“Desta davvero meraviglia la presa di posizione del Capogruppo della
Lega Nord alla Regione del Friuli Venezia Giulia, signor Danilo
Narduzzi. Il signore in questione definisce questa esposizione come una
pagliacciata, chiede conto al Comune delle spese sostenute per la
sua realizzazione e preannuncia una contro–manifestazione, minacciando,
fra l’altro, di fare una contro-mostra con le foto delle donne stuprate
e dei bambini violentati dagli immigrati.
In questi giorni si discute molto nel nostro
paese su fatti incresciosi e drammatici che manifestano l’emergere di
forme di intolleranza e di razzismo. A noi pare che sia compito dei politici,
soprattutto se hanno responsabilità di governo, prendere posizioni e
inviare messaggi che propongano la convivenza cordiale fra tutte le
persone, al di là delle differenze. Posizioni come quella espressa
dal Capogruppo della Lega Nord alla Regione Friuli Venezia Giulia
spingono invece all’intolleranza, portano alla divisione, tendono a
giustificare anche atteggiamenti estremi che rasentano il razzismo.
Che c’entrano 70 figure di persone, che vivono in Africa, che lavorano
o studiano, che hanno una loro identità e che si propongono
simbolicamente agli italiani per dialogare con loro in quanto persone,
con la sicurezza, i clandestini, gli stupri e le violenze?
Speriamo vivamente che la presa di posizione
del Capogruppo della Lega Nord nasca dalla non conoscenza del messaggio
che l’evento “Persone” vuole portare nelle nostre piazze. Se invece è
un attacco agli organizzatori della manifestazione e al Comune che l’ha
patrocinata, soltanto perché riempie le piazze di sagome di persone
africane e nere, allora la cosa sarebbe molto più grave. Si tratterebbe
di razzismo bello e buono.
Favorito per di più da una persona e da una forza politica che ha un
ruolo istituzionale di grande rilievo sia nella Regione del Friuli
Venezia Giulia, sia nel governo del paese.
L’evento contestato è una mostra particolare
dal titolo significativo: “PERSONE. Africa, società civile,
cambiamento”. Si tratta di una iniziativa che è stata organizzata dal
Cipsi e dall’Associazione “Chiama l’Africa”. Dallo scorso mese di aprile viaggia per
l’Italia. Si tratta di una settantina di sagome di africani, ad altezza
d’uomo, che vengono posizionate nelle piazze. Esse rappresentano delle
persone reali, con nome e carta di identità, che vogliono parlare ai
cittadini con la loro stessa presenza. Una comunicazione visiva che,
nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani, vuole mettere in evidenza che il continente africano è
fatto innanzitutto di persone, non soltanto di problemi e di drammi.
Per dire che quando ci rapportiamo con questa gente, che vive, che
lavora, che ha progetti, che vuole comunicare la propria storia e la
propria cultura, siamo innanzitutto di fronte a delle persone. Questo
concetto viene espresso molto chiaramente nei monoliti che accompagnano
la presenza di questi africani nelle nostre piazze.
Barbera e Melandri continuano: “Per quanto riguarda le violenze sui minori e
sulle donne si dovrebbe forse guardare di più a casa nostra. Infatti,
secondo i dati, queste violenze avvengono in maggior parte dentro le
mura domestiche. “Che c’entra la questione dei clandestini con la
presenza nelle piazze italiane di sagome di persone che vivono e
lavorano in Africa e che, attraverso questa esposizione, chiedono che
si instaurino rapporti nuovi e più umani tra italiani, europei ed
africani?”. E ancora: “Siamo ormai diventati così materialisti da
pensare che l’unica cosa che debbono fare gli enti locali siano solo le
strade o l’illuminazione?”. “O non è proprio di un Comune favorire
anche il dialogo, la conoscenza e la stima reciproca tra “persone” di
diverse storie e culture?”. Viene in mente la frase del vangelo:
“l’uomo non vive di sono pane”. Una città non vive solo di
marciapiedi o di opere pubbliche, ma anche della concordia tra i
cittadini, della capacità di accoglienza e di integrazione, del dialogo
tra le persone".
Allegato: articolo Gazzettino di
Pordenone in 1° pagina…