Una serata dedicata all’incontro solidale a favore dell’infanzia, una serata per avviare una collaborazione attiva, un ponte tra India e Africa per sostenere a distanza e con le adozioni internazionali i bambini orfani e che vivono in condizione di estrema povertà.
Una serata di dedicata all’intercutura attraverso l’arte, la musica, la danza , la moda. Il ricavato della serata servirà a sostenere il progetto comune per la realizzazione di una scuola per l’infanzia a Mudada, località rurale del distretto di Matutuine in provincia di Maputo, Mozambico.
Mudada è un’area rurale che si trova
all’interno del distretto di Matutuine, in provincia di Maputo in
Mozambico. Il distretto che conta circa 50 mila persone è, ancora oggi,
uno dei più poveri del Paese. Confina con il Sudafrica, una
frontiera colabrodo nel senso che c’è una elevata emigrazione
clandestina dei giovani che, con scarsa scolarizzazione , senza
nessun mestiere, cercano invano la fortuna in quel vicino Paese.
Spesso i giovani e gli adolescenti cadono nella rete dei trafficanti
di esseri umani, più spesso finiscono a fare lavori scarsamente
retribuiti, quelli che ritornano in genere portano con se il virus
dell’HIV.
La popolazione di questo distretto vive
di agricoltura di sussistenza, allevamento di bestiame, accompagnata
da piccole attività di commercio informale e, se va bene, qualche
impiego nelle strutture ricettive turistiche che si stanno
sviluppando lungo la costa. Altra caratteristica di queste comunità
è quella di essere sparsa in piccoli nuclei famigliari non
facilmente raggiungibili. I nostri animatori sociali, per raggiungere
tutte le capanne della comunità di Mudada, hanno impiegato diverse
settimane.
La comunità di Mudada conta circa 500
persone, la maggioranza bambini e adolescenti e anziani. Le persone
attive in età adulta sono poche: scomparse per malattie, o andate
in cerca di fortuna. Il risultato è che la situazione dell’infanzia
e della vecchia è piuttosto problematica. Il fabbisogno alimentare
viene prodotto con la lavorazione di piccoli appezzamenti di terra
lontano dalle proprie capanne. Le poche attività commerciali sono
costituite da qualche bancarella che, qua e là, vende prodotti di
base per l’igiene, sale, riso e pasta. L’acqua, spesso salata,
viene consumata senza la necessaria depurazione. L’unica scuola
elementare, che andrebbe ristrutturata, si raggiunge mediamente dopo
5 km fatti a piedi.
I bambini poi che fanno parte del
nostro programma di Sostegno a distanza (150) sono quasi tutti orfani
e vivono, con nonni o con i fratelli maggiori, in capanne precarie,
con problemi igienici e scarsa alimentazione.
La campagna di Sostegno
a Distanza si pone dunque l’obiettivo di sostenere da una parte
direttamente questi bambini e le loro famiglie precarie, dall’altra
di realizzare e organizzare una scuola d’infanzia comunitaria per
assicurare loro almeno un pasto al giorno,
assistenza medica in caso di bisogno, e un luogo sicuro
per giocare e crescere con la speranza di una vita migliore.
Si tratta di un primo intervento per
tamponare una situazione di “emergenza” anche perché il
distretto, nel suo complesso, avrebbe tutte le carte in regola per
svilupparsi in modo tale da creare opportunità per migliori
condizioni di vita. Le risorse ambientali e turistiche presenti in
loco, rappresentano una occasione che, per ora, viene colta da
investitori stranieri e lavoratori qualificati provenienti dai paesi
limitrofi.
Per questo proponiamo l’adesione al programma di
Sostegno a Distanza con la quale aiutare a realizzare e sostenere
quei percorsi di sviluppo umano necessari per migliorare le
condizioni di vita dell’infanzia e della comunità in cui vive e
risiede favorendo l’uso sostenibile delle risorse locali.