Camerun. La crisi viaggia attraverso la rete
Gli abbonati dei principali provider ricevono dai camerunesi messaggi rabbiosi, in cui si denuncia l’oscuramento della connessione internet nelle regioni del Nord-ovest e del Sud-ovest, di lingua inglese, a partire dal 17 gennaio scorso. Le due regioni sono abitate dalla minoranza inglese che rappresenta il 20% della popolazione del Camerun e manifesta contro il potere centrale a colpi di scioperi con manifestazioni e dell’operazione “città chiuse”, ovvero la sospensione delle attività commerciali nelle principali città dell’area. Gli anglofoni moderati vorrebbero il ritorno al federalismo, mentre i più radicali esigono l’indipendenza dal paese, ma Yaoundé non è favorevole a nessuna delle due opzioni e il governo ha represso con durezza le manifestazioni, arrestato i leader della contestazione e tagliato la connessione internet nelle zone dei disordini, privando i militanti dell’accesso ai principali social network. Come quella francese, infatti, la Costituzione del paese del 1996, dichiara che la repubblica del Camerun è una e indivisibile. Come già Ahidjo, il presidente Biya ritiene che l’unità sia la forza del paese. Tuttavia l’andamento negativo del paese a tutti i livelli, gli effetti della decentralizzazione giudicata troppo lenta, la corruzione generalizzata e il degrado sociale hanno seriamente deteriorato l’immagine del Camerun. Secondo gli analisti, l’ipercentralizzazione del potere a Yaoundé e l’inerzia, più volte denunciata dallo stesso presidente Biya, sono la causa principale della pessima performance del paese. Queste hanno un impatto negativo sulla vita quotidiana dei camerunesi. E si sommano al malessere “dei nostri fratelli emarginati di Bamenda”, dove la crisi sta divampa.
Risale oramai a due tre mesi fa, infatti, lo scoppio della crisi nel Camerun, dove la popolazione di lingua inglese ha dato il via a proteste organizzate contro la progressiva marginalizzazione degli abitanti delle regioni anglofone (Nord-Ovest e Sud-Ovest) e la loro sottomissione a un inarrestabile processo di francesizzazione.
Nello scorso ottobre, infatti, le organizzazioni sindacali degli insegnanti, tra le quali emerge la Cameroon Teachers Trade Union (CATTU), hanno avviato uno sciopero di protesta contro l’assegnazione dell’insegnamento della lingua inglese ad insegnanti francofoni, denunciano la volontà del governo di sacrificare il modello scolastico anglo-sassone a quello delle regioni francofone ed esigono che lo stato provveda formazione specifica su modello anglo-sassone per quegli insegnanti che intendano lavorare nelle istituzioni scolastiche del Nord-Ovest e del Sud-Ovest.
In ottobre, anche gli avvocati anglofoni hanno fondato un movimento di protesta contro l’emanazione di leggi e documenti non tradotti in inglese (Codice Penale OHADA) e la nomina di giudici non anglofoni nei tribunali delle due regioni. Anche loro temono che il governo voglia estendere alle regioni anglofone il diritto in vigore nelle regioni francofone, sostituendo così il codice anglo-sassone.
Ma il malessere denunciato dalle organizzazioni professionali e sindacali si è mescolato con quello della popolazione e nel giro di breve tempo le strade sono state invase da manifestanti che hanno protestato la loro condizione di emarginazione. Le immagini dei quotidiani mostrano cortei scomposti di manifestanti inseguiti dalla polizia, lungo strade costeggiate da negozi e attività commerciali chiuse, feriti, centinaia di arresti e anche due vittime.
Per comprendere l’attuale crisi, è necessario risalire indietro nella storia del Camerun. Colonia della Germania, al termine della prima guerra mondiale, il paese fu preso sotto la propria tutela dalla Società delle Nazioni, quindi affidato in protettorato alla Francia (territorio francese) e al Regno Unito (territorio inglese). Il territorio amministrato dalla Francia si emancipò nel 1960, assumendo il nome di Repubblica del Camerun; nel 1961 alla Repubblica del Camerun si unì la parte meridionale del territorio e la nuova realtà prese il nome di Repubblica Federale del Camerun. Ahmadou Ahidjo, eletto alla presidenza nel 1960, nel 1972 guidò il paese al referendum che mise fine al federalismo e fondò la Repubblica unita del Camerun, rinominata Repubblica del Camerun dal 1984.
Ma l’unificazione non ha mai integrato veramente la parte anglofona che si sente lesa, vittima della disoccupazione, poco rappresentata politicamente e che ritiene che il potere centrale si occupi soprattutto della parte francofona della popolazione. Gli anglofoni sottolineano l’esclusione dai vantaggi economici che derivano dallo sfruttamento delle risorse naturali delle loro terre – petrolio, innanzitutto; o il fatto che la Société nationale de raffinage (Sonara), con sede à Limbé (Sud-ovest anglofono), è sempre stata diretta da un francofono. Il Southern Cameroon’s National Council (SCNC), il movimento secessionista rivendica ogni 1° ottobre, l’indipendenza di questa regione del Camerun; i suoi componenti, sebbene ad ogni ricorrenza siano arrestati, non smettono di protestare.
Alcuni media vicini al governo complicano il quadro asserendo che gli anglofoni che manifestano il loro malessere sono sicuramente strumentalizzati da politici che si nascondono nell’ombra. Così facendo, sottintendono che il paese, in quasi sessant’anni d’indipendenza, non è stato capace di crescere cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro diritti e capaci di pensare con la loro testa.
L’ordine pubblico imposto con la forza, a colpi di decreti con i quali si sopprimono i movimenti e i partiti d’opposizione; o dei cannoni ad acqua con i quali si fermano i manifestanti; o con l’oscuramento della connessione ad internet, non risolverà i problemi di un paese che ritiene che l’unità passi attraverso l’omologazione, l’annullamento delle diversità.
L’unità del paese, invece, può essere garantita solo sul piano dei valori, tra i quali primeggia il rispetto delle differenze linguistiche e culturali; il rispetto delle diverse opinioni, della Costituzione e, soprattutto degli impegni assunti, in modo particolare con quelli presi durante la Conferenza di Foumban, nel 1961, nel corso della quale si posero le basi per l’unificazione del paese.
(di Annamaria Ceccarello)
Fonti
www.camerounlink.com
25.01.2017 – Au Cameroun, le pouvoir punit la minorité anglophone : plus d’Internet !
Redazione
www.jeuneafrique.com
26 novembre 2016 Au Cameroun, les anglophones en ont « marre » des francophones.
Agence France-presse
01 febbraio 2017 – Crise anglophone au Cameroun : la fermeté ne suffira pas à garantir l’unité
di Georges Dougueli
27 gennaio 2017 – #BringBackOurInternet ou la révolte des Camerounais privés de réseau
di Josiane Kouagheu
24 gennaio 2017 – L’Etat camerounais est le seul fossoyeur de notre Constitution
di Yann Gwet
18 gennaio 2017 – Au Cameroun, dans les régions anglophones, la crise se durcit
di Josiane Kouagheu