ART CRIOLA IN ROMA – Amigos de Soncente – 2/8 marzo 2016
Bela Duarte e Marcelino Antonio Andrade Santos
Con la collaborazione di Tabankaonlus, Caboverdemania e Fondazione Basso
Presso la fondazione Lelio e Lisli Basso, Via della Dogana vecchia, 5 – Roma
Bela Duarte: Artista nata nell’isola di S. Vicente, si è formata in Portogallo e presso l’antico Centro Nacional di Artigianato nell’isola di S. Vicente. Si è specializzata in tappezzeria e batik. Produce pezzi d’arte moderna di sua invenzione. Durante la portoghese “Rivoluzione dei garofani” nel 1974, insieme con Manuel Figueira e Luísa Queirós, ha fondato la Cooperativa da Resistência, con lo scopo di preservare e diffondere la tradizione artistica capoverdiana. Bela Duarte ha creato i suoi lavori utilizzando le più differenti tecniche, dai colori ad olio all’acrilico, quindi tapezzeria e soprattutto batik. Dal 1970 le opere di Bela Duarte si trovano in numerose esposizioni e collezioni, pubbliche e private, in Capo Verde, a Bruxelles, Portogallo, Parigi e Stati Uniti. Per i suoi lavori in batik, ha ricevuto nel 1995 il Premio Fonte Lima, dell’Istituto di Cultura Nazionale.
Marcelino Antonio Andrade Santos: artigiano originario dell’isola di S. Antão, si è formato presso l’antico Centro Nacional di Artigianato nell’isola di S. Vicente. Si è specializzato in tappezzeria e produce pezzi d’arte moderna di sua creazione ma anche tessuti tradizionali, come il famoso “pano d’obra”. Realizza anche opere con la tecnica del batik. I suoi quadri creati al telaio con cotone o lana tinti artigianalmente e chiamati “tapeçarias””, rappresentano spesso motivi del quotidiano capoverdiano, come scene di pesca, agricoltura, mercato, donne e bambini, etc.
Il “Pano d’obra” è un panno tradizionale che ha un gran valore simbolico, e rappresenta la cultura tradizionale capoverdiana. E’ tessuto con cotone bianco e cotone tinto in un bagno di indigo, un colore estratto da piante selvatiche locali. Il tessuto è realizzato con telaio de liço (il liccio è un meccanismo del telaio per tessitura che alza e abbassa i fili dell’ordito). Si realizzano abitualmente 6 strisce di circa 15cm, chiamate teadas, tessute a mano con disegni dai motivi geometrici normalmente a 2 colori, bianco e blu indaco. Queste bande venivano cucite tra loro formando “panos” (panni o tessuti) di diversa misura, usati poi come capo d’abbigliamento femminile (pano de vestir), come coperta (pano di lambu o di bambu-porta-neonato). Il nome “pano de obra” deriva dalla difficoltà della realizzazione di questi lavori. “Obrado” significa complicato, frutto di molto lavoro. Prodotti a Capo Verde dal XVI secolo, fino alla fine del XIX secolo, la specificità del “pano d’obra”, rispetto ad altri tipi di tessuti prodotti nella stessa epoca sulla costa africana, è la ricchezza e la complessità dei disegni elaborati e la perfezione del tessuto. Grazie alla qualità del tessuto, alla complessità ed originalità dei suoi motivi, i “panos d’obra” assunsero nelle epoche passate un ruolo importante, fino a diventare moneta di scambio (barafula) nelle transazioni commerciali con la costa africana, dando origine ad una certa prosperità delle isole.