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Aiutarli a casa loro?

aiutiamoli a casa loro

Aiutarli a casa loro.

Ormai questo è uno slogan  fatto proprio da tutte le forze politiche, anche se con finalità e filosofie diverse. C’è da dire che fino ad ora gli aiuti occidentali nei confronti dell’Africa hanno contribuito sempre a sfruttare e impoverire il continente. Che sia diverso oggi?

Sarebbe relativamente semplice aiutarli a casa loro, se solo si avviassero serie politiche di cooperazione e di co-sviluppo in controtendenza rispetto alle logiche portate  avanti dai processi di decolonizzazione in qua. Basterebbe citare i dati prodotti dall’economista Dambisa Moyo (La carità che uccide) per evidenziare il fallimento della politica di aiuti mascherati dell’occidente.

Ma oggi è possibile  invertire questa tendenza, avviare una serie politica di cooperazione, sostenere i punti di vista e le priorità dei paesi africani e non gli interessi e i soli punti di vista dei “donatori”.  Per fare questo però è necessario investire e saper investire in Africa, continente del futuro  che, la politica, continua a non vedere, preoccupata solo delle migrazioni che, al momento non sono invasioni. Investire. Questo è il punto dolente quante e quali risorse l’Italia e l’Europa è disposta ad investire in Africa per contenere il continuo flusso migratorio?

Dovremmo fare come la Cina, l’unica potenza che ha adottato la politica, ovviamente non senza il suo tornaconto, di “aiutarli a casa loro” investendo nel corso di questi ultimi anni oltre 75 miliardi di usd (2000/2011), e circa 3 miliardi di dollari nel 2016. In questo modo la Cina contribuisce veramente ad aiutare gli africani a casa loro.

Secondo lo studio condotto da Mc Kinsey:

“Circa 1/3 delle imprese cinesi operano nel settore manifatturiero, 1/4 nel settore dei servizi e circa 1/5 nei settori del commercio, delle costruzioni e dell’immobiliare. Nel manifatturiero si stima che il 12% della produzione industriale africana, per una cifra di 500 milioni di dollari all’anno, sia dovuta agli investimenti delle aziende cinesi; nelle costruzioni la presenza cinese è ancora più evidente, potendo vantare il controllo del 50% del mercato internazionale delle costruzioni africano”.

Aiutarli a casa loro significa questo: restituire quanto l’occidente a rubato al Continente con interessi adeguati. spostare risorse adeguate ed investire in Africa. Difficile con questi politici  e con il 95% delle nostre imprese sotto i 15 dipendenti.

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