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Aimé Césaire, grande cantore della negritudine, è morto

Poeta, drammaturgo, uomo
di stato e primo deputato della Martinica nell’Assemblea Nazionale Francese,
sindaco per molti mandati della sua capitale in Martinica. Aimé Césaire è stato
uno dei primi fautori della “Negritudine
– la consapevolezza culturale e le conseguenze storiche di essere africani in
un mondo dominato dai bianchi. Un invito, un’esortazione per i neri a coltivare
l’orgoglio della loro identità.

Nel suo ultimo libro, Negro sono e negro resterò,
(città aperta edizioni, 2006) lo scrittore ritorna sul suo essere orgogliosamente e
incondizionatamente “negro, negro dal
profondo del cielo immemoriale”. Importante il suo Discorso sul colonialismo,
pubblicato nel 1955, diventato un classico della letteratura politica francese
di cui riportiamo alcune frasi che, ancora oggi sono attuali:

Una civiltà che si
dimostra incapace di risolvere i
problemi generati dal suo funzionamento, è una civiltà decadente.


Una civiltà
che sceglie di chiudere gli occhi ai più
cruciali fra i suoi problemi, è una civiltà malata.


Una civiltà che scherza con
i suoi principi è una civiltà moribonda.

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