Afrobarometer è un progetto di ricerca africano indipendente, apartitico, che misura il clima sociale, politico ed economico in Africa.
I sondaggi Afrobarometer sono condotti in 35 paesi africani divisi in “round”. Ogni round coinvolge una dozzina di paesi africani che si ripete in un ciclo regolare. Le domande sono le stesse per tutti i paesi selezionati e per questo facilmente confrontabili. Le tendenze negli atteggiamenti pubblici sono monitorati nel tempo, e i risultati vengono condivisi con i decisori politici, avvocati, educatori civici, giornalisti, ricercatori, donatori e investitori, così come media africani che desiderano diventare cittadini più consapevoli e attivi.
I contenuti del 5° rund di Afrobarometer è stato presentato il primo ottobre a Johannesburg, Sud Africa e dedicato al rapporto crescita Pil e condizioni di vita delle popolazioni.
L’alternativa sull’uso del Pil per misurare la crescita è presente da diversi anni eppure non riusciamo ancora a farne a meno. Nonostante la presenza di indicatori socialmente ed economicamente più rispondenti alla realtà di una nazione, di un paese, si continua a utilizzare il Pil per sbandierare i successi della crescita economica collegata alla globalizzazione della finanza che poi incide e condiziona le politiche macro economiche dei vari Paesi in genere costretti a “liberalizzare” e tagliare costi sociale.
Il Pil non riflette le condizioni di vita reali delle popolazioni, non misura le disuguaglianze o la distribuzione reale del reddito. Dire che il Pil aumenta in Africa del 5 o del 7 % può stare a dire che l’economia in qualche modo cresce ma questo non significa che la qualità della vita delle popolazioni migliori. Nelle economie occidentali il Pil ormai non cresce più, anzi, al contrario cala soprattutto in Italia. Puntare sulla crescita astratta non serve a molto e non serve ad affrontare i veri problemi di società complesse come quelle occidentali che anziché puntare sulla crescita dovrebbero puntare sulla decrescita intelligente e possibilmente felice adottando altri indicatori come l’indice Gini.
Questo per introdurre i risultati dell’ Afrobarometer che evidenziano da una parte una costante ed elevata crescita del PIL africano: una media del 5% di crescita annua. Crescita che però non contribuisce a ridurre significativamente il numero dei poveri o, quanto meno migliorare le condizioni di vita delle popolazioni. I dati di un sondaggio condotto da Afrobarometer sono in contrasto con l’immagine di crescita dell’Africa in questo momento e per la maggioranza degli abitanti del Continente e’ difficile procurarsi anche i beni necessari alla sopravvivenza.
Promosso da alcune organizzazioni indipendenti africane, lo studio di Afrobarometer ha messo tuttavia in evidenza solo piccoli progressi nelle condizioni di vita degli ultimi dieci anni e le popolazioni sono piu’ povere nei posti dove la spesa pubblica in infrastrutture langue. Ma non manca qualche spiraglio di luce, come in Ghana, dove si e’ verificato il piu’ grande miglioramento, con il numero dei poveri sceso da due terzi a meta’ della popolazione. Nell’ultimo decennio, la vita e’ migliorata a Capo Verde, in Ghana, Malawi, Zambia e Zimbabwe, ma la poverta’ e’ cresciuta in Sudafrica, Botswana, Senegal, Mali e Tanzania. Malgrado gli sforzi fatti per ridurre il livello di poverta’ degli africani, che vivono in media con meno di 1,25 dollari al giorno, due terzi degli indigenti di tutto il mondo ancora vivono nell’Africa subsahriana, dove si trovano oltre 223 milioni di persone che soffrono la fame, anche se il loro numero e’ diminuito di un terzo rispetto a vent’anni fa.