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Accordo in Zimbabwe

Dopo una crisi politica durata più di cinque mesi, in Zimbabwe si
raggiunge finalmente un’intesa. Quella tra Robert Mugabe, al potere fin dal 1980, e Morgan
Tsvangirai, leader del Movimento per il Cambiamento Democratico (Mdc), che ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali lo scorso marzo. Una
vittoria non sufficiente per evitare il ballottaggio, dove Mugabe,  presentandosi come candidato unico, è riuscito a farsi eleggere ancora una volta alla guida del paese.

Secondo le prime indiscrezioni l’accordo raggiunto, grazie
alla lunga e criticata mediazione del presidente sudafricano Thabo Mbeki, prevede l’istituzione
di un governo di unità nazionale con un consiglio dei ministri diretto da Tsvangirai,  ma presieduto dall’ultraottantenne presidente,
che rinuncia al controllo esclusivo sulle forze armate. I dettagli del documento
ufficiale saranno svelati appena lunedì, durante la cerimonia ufficiale della
firma.

L’economia di quello che era un tempo “il granaio d’Africa”,
da anni versa in una situazione allarmante, aggravate dalle contestate elezioni
di marzo. L’inflazione supera il 100.000%, la
disoccupazione dilaga e la crisi alimentare affama milioni di persone. 

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