Il governo malawiano si unisce al coro di allarmi sugli EPA
Di Pilirani Semu-Banda, giornalista freelance del Malawi
BLANTYRE, 27 agosto 2007 (IPS) – I produttori, gli esportatori e persino i funzionari di governo attendono con preoccupazione l’avvicinarsi del primo gennaio 2008. Quel giorno, infatti, entreranno in vigore gli Accordi di partnership economica (EPA), attualmente negoziati tra l’Unione europea (Ue) e sei raggruppamenti dei paesi di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP).
Il governo del Malawi si è sempre detto ottimista sugli EPA, focalizzando l’attenzione sull’aspetto più promettente degli accordi di scambio. Il ministro del commercio ha assicurato alla popolazione di questo paese povero dell’Africa meridionale che gli accordi sono necessari per “entrare a far parte dell’economia globale”. Il governo aspetta anche con impazienza che gli EPA facilitino l’accesso agli aiuti da parte dell’Ue, per poter migliorare le infrastrutture in settori come i trasporti e l’energia.
Il ministro del commercio non si era lasciato intimorire dalle proteste mosse da importanti organizzazioni non governative (Ong) all’inizio di quest’anno. Ad aprile, le Ong hanno addirittura scritto al presidente dell’Ue, il cancelliere tedesco Angela Merkel, sostenendo che gli EPA sarebbero andati a detrimento degli interessi del Malawi e degli altri 15 paesi poveri del Mercato comune dell’Africa australe e meridionale (COMESA), impedendo loro di proteggere le industrie nazionali attraverso tariffe e altre misure.
Adesso però anche il governo sembra condividere le preoccupazioni delle Ong. La scorsa settimana, il 14 agosto, il ministro del commercio si è incontrato con i produttori e gli esportatori del paese per elaborare una lista dei prodotti nazionali che potrebbero risultare sensibili alla concorrenza internazionale. L’incontro in Malawi ha affrontato anche la questione della posizione di questo paese rispetto alle “norme d’origine”, ossia le misure che regolano l’input dei prodotti negli accordi commerciali. Le norme d’origine esigono generalmente che i prodotti che godono di un accesso preferenziale al mercato provengano da un paese che aderisca all’accordo, che consente tale accesso preferenziale.
All’incontro, le parti hanno concordato che le norme, nella loro forma attuale, ostacolano l’accesso del Malawi nel mercato Ue. Sia i commercianti che il governo hanno sottolineato che gli EPA dovrebbero prendere in considerazione le realtà economiche e il diverso livello di sviluppo dei due partner negli EPA. Secondo Alfred Vilili, vicedirettore delle imprese nel ministero del commercio, le imprese del Malawi non vogliono delle norme restrittive, ma delle norme che permettano ai produttori di poter acquistare i materiali a tassi preferenziali dai paesi terzi (esterni agli EPA). Le attuali norme d’origine ACP-Ue sono molto restrittive. Per questo, le tariffe preferenziali previste dal regime di scambio ACP-Ue vengono usate poco, sostiene Vilili. Nell’incontro è stato poi stabilito che le procedure amministrative necessarie per applicare le norme d’origine hanno un peso sui costi, e dovrebbero perciò essere semplificate.
Le norme d’origine sono importanti per le imprese che producono prodotti per l’esportazione, in quanto sono uno strumento in grado favorire il commercio d’esportazione tra il Malawi e l’Ue, secondo il direttore per il commercio Harrison Mandindi. Circa 40 imprese si sono presentate al meeting e, insieme al governo, hanno elencato 102 prodotti potenzialmente sensibili; la lista comprende i principali prodotti di scambio con l’estero del paese: tabacco, cotone, tè, tessili e zucchero.
Altri prodotti sensibili sono birra, cemento, prodotti caseari, uova, pollame, ferro e acciaio, olio edibile raffinato, alcuni tipi di carburante ed etanolo, lievito, alcuni tipi e parti di autoveicoli, alcuni articoli di cancelleria, grano, mais, noci di macadamia, riso, paprika, patate, alcuni prodotti do origine animale, frutta, pesce, armi e munizioni e animali selvatici. ”Vogliamo proteggere i paesi piccoli che producono queste merci, incoraggiandoli a produrre grosse quantità di beni che aggiungano valore alle loro merci. Dovrebbero anche essere incoraggiati e usare più materiali locali”, ha spiegato Mandindi.
La lista è stata compilata secondo diversi criteri: il primo è la sensibilità dei profitti, che si riferisce ai settori ai primi posti tra i prodotti di scambio con l’estero. Il secondo è la sensibilità dell’occupazione, ossia i settori che offrono lavoro a una grande percentuale di popolazione del Malawi. Il terzo è la protezione delle industrie giovani, cioè le industrie nuove e future che potrebbero avere difficoltà nel competere con le imprese già affermate nel Nord. Il criterio della sicurezza generale e sociale si riferisce alla produzione degli agricoltori con scarse risorse. Un fattore relativo è la sicurezza alimentare e lo sviluppo della vita rurale, che prende in considerazione se un prodotto contribuisce al canestro alimentare di base del paese.
Un altro criterio comprende la tutela ambientale, che guarda all’impatto della produzione di alcune merci sul paese. Nella lista sono stati inclusi per ragioni di sicurezza anche prodotti come munizioni, armi da fuoco e esplosivi. Insieme a Mandindi, anche Vilili ha sottolineato l’importanza di avere una lista di prodotti sensibili. Ha detto che tutti i paesi ACP, e non solo il Malawi, sono preoccupati del rischio di deindustrializzazione a seguito della liberalizzazione del commercio sotto gli EPA.
”Vi è un diverso livello di sviluppo delle due parti nell’accordo (Ue e ACP). L’economia del Malawi è agricola e perciò sono importanti le attività industriali basate sull’agricoltura. La competitività di queste industrie è motivo di timore nei negoziati EPA. È logico che il Malawi debba elaborare una lista dei prodotti sensibili”, ha sostenuto Vilili.
In molti paesi sviluppati dell’Ue, le industrie tessili e dell’acciaio impiegano grandi numeri di lavoratori. Se queste industrie chiudessero, non ci sarebbero lavori alternativi per i lavoratori colpiti sul breve termine. Perciò queste industrie sono sulla lista Ue dei prodotti sensibili, insieme al riso e allo zucchero.
Il Malawi ha dovuto stilare la sua lista dei prodotti sensibili e presentarla al segretariato di COMESA entro il 15 agosto 2007. Il COMESA sta compilando una lista regionale da prendere in considerazione nei negoziati EPA.
Una prima lista dei prodotti s
ensibili stilata dalla Comunità per l’Africa orientale e meridionale (ESA) nei negoziati EPA comprendeva 2.900 prodotti, con Uganda e Kenya ai primi posti per numero di prodotti. Ma dopo il 12esimo forum di negoziati regionali (RNF), organizzato dal segretariato di COMESA all’inizio di agosto, ai diversi paesi è stato chiesto di ridurre il numero di prodotti sensibili, in accordo con gli stakeholder.
L’RFN ha raccomandato ai diversi paesi di eliminare dalla lista i prodotti farmaceutici, medicinali e didattici, oltre ai prodotti esenti da dazio.